7.0
- Band: FU MANCHU
- Durata: 00:36:54
- Disponibile dal: 09/02/2018
- Etichetta:
- At The Dojo
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Tornano puntuali come le tasse i Fu Manchu, quasi inossidabili nella loro quadrata proposta, diventata ormai sinonimo di stoner rock, anche se il quasi è d’obbligo; gli album sfornati negli ultimi anni si sono infatti divisi a metà nelle velleità, senza più colpire nel segno. Da una parte gli anonimi tentativi di indurire il loro sound – come in “Start The Machine”, vicino a certe cose dei loro esordi a nome Virulence; e dall’altra “Signs Of Infinte Power” o “Gigantoid”, che hanno mostrato i primi segni di ruggine, o quantomeno, di ripetizione di un cliché; e sotto questo punto di vista il titolo del loro nuovo album è perfetto: l’universo clonato, qui è proprio quello musicale della band di Ventura, che fa bene (quasi solo) quando si replica in maniera un po’ pedissequa. Si potrebbero pescare titoli precisi di riferimento dai loro lavori storici pressoché per ciascuna traccia presente; e se il risultato complessivo è certo più che sufficiente, manca nella maggior parte dei brani quel sussulto in più che era la loro forza. Ci sono pezzi trascinanti e ritmatissimi come “Intelligent Worship” o “Don’t Panic”, i classici stomp più lenti e stonati – “(I’ve Been) Hexed” e la ondeggiante “Slower Than Light” – e complessivamente l’album scorre piacevole. Ma abbiamo parlato della ‘maggior parte dei brani’, ed ecco che, sul finale, fa capolino una bella sorpresa; con la preziosa ospitata di Alex Lifeson dei Rush, arriva “Il Mostro Atomico”. Sulla falsariga di quanto provato con “The Wasteoid” su “California Crossing” ecco lo stoner psichedelico in tutta la sua strumentale grazia, per diciotto minuti di intrecci conturbanti, derive di vago gusto orientaleggiante e bei riff unti di grasso che ci fanno finalmente scuotere la testa di gusto. E tenuto conto che da sola rappresenta metà della durata dell’album, giustifica il voto pieno e ci fa sperare che in futuro i Fu Manchu puntino particolarmente su queste derive, per tenere vivo il loro eterno viaggio attraverso il deserto.