FU MANCHU – The Return Of Tomorrow

Pubblicato il 02/09/2024 da
voto
8.0
  • Band: FU MANCHU
  • Durata: 00:49:20
  • Disponibile dal: 14/06/2024
  • Etichetta:
  • At The Dojo

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Il precedente “Clone Of The Universe”, pubblicato nel 2018, segnava per i Fu Manchu un ritorno ad una buona forma dopo un paio di album piuttosto zoppicanti e che facevano presupporre un declino inesorabile.
Di fronte a questo rinnovato entusiasmo una pausa lunga sei anni sembrava impensabile, anche se la pandemia avrà certamente contribuito, ma l’attesa non è stata vana, perché “The Return Of Tomorrow” è addirittura superiore al suo predecessore: in questo caso non ci sono sorprese o fuochi artificiali (leggasi la lunga suite “Il Mostro Atomico” con Alex Lifeson dei Rush), solo e semplicemente una manciata di pezzi ruvidi e diretti, in pieno stile Fu Manchu, e non è affatto poco.
La band di Scott Hill festeggia il trentesimo anno di attività, è tra coloro che hanno contribuito a scrivere i canoni del genere ed ora è tra i pochi sopravvissuti di quel periodo, ma non si può dire che il suo stile nel tempo sia molto cambiato, e non era lecito attendersi nulla di nuovo: anche questa volta parliamo di uno stoner rock tanto canonico quanto roccioso e lisergico.
Lo stesso cantante ha affermato che nei cinquanta minuti di “The Return Of Tomorrow” sono racchiusi due album, con una prima parte riservata ai brani più esplosivi ed una seconda a quelli più dilatati, ed in effetti è proprio così.
I sei pezzi iniziali sono una deflagrazione di riff ed assoli, con la magnetica voce di Hill a disegnare assolati paesaggi lisergici; i ritornelli di “Hands Of The Zodiac” e “Loch Ness Wrecking Machine”, addirittura, rimandano a quanto di meglio i Fu Manchu abbiano fatto agli esordi. “Destroying Light” sembra fare ponte, con i ritmi che iniziano a rallentare e le atmosfere a farsi più polverose, perfetta introduzione alle derive psichedeliche di “What I Need” e “Solar Baptized”, fino alla breve jam “High Tide”, in cui Pink Floyd e The Grateful Dead assumono tinte jazzate.
Potremmo affermare che ai Fu Manchu piaccia vincere facile, riproponendo all’infinito gli ingredienti che li hanno resi un’istituzione dello stoner rock, ma è più corretto enfatizzare come una band con una carriera così lunga alle spalle sia ancora in grado di distinguersi in una scena così affollata.

TRACKLIST

  1. Dehumanize
  2. Loch Ness Wrecking Machine
  3. Hands Of The Zodiac
  4. Haze Of The Hides
  5. Roads Of The Lonely
  6. (Time Is) Pulling You Under
  7. Destroyin’ Light
  8. Lifetime Waiting
  9. Solar Baptized
  10. What I Need
  11. The Return Of Tomorrow
  12. Liquify
  13. High Tide
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