FUCK THE FACTS – Die Miserable

Pubblicato il 01/11/2011 da
voto
7.5
  • Band: FUCK THE FACTS
  • Durata: 00:35:19
  • Disponibile dal: 11/10/2011
  • Etichetta:
  • Relapse Records
  • Distributore: Masterpiece

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Se la musica fosse vino, la Relapse Records sarebbe un marchio D.O.C. Negli anni, salvo qualche rarissimo “svarione”, ha sempre mantenuto degli standard qualitativi alti, con l’ulteriore nota di merito di dare supporto a band valide che, senza tale supporto, sarebbero forse rimaste nell’anonimato: pensate ai Cephalic Carnage, gruppo oggi di sicuro rilievo nel panorama estremo grazie anche a questa etichetta. “Die Miserable” è il terzo album che i Fuck The Facts incidono sotto Relapse e il nono in totale: la forma è quella del metalcore, con però sfaccettature più complesse di quanto una prima definizione stilistica possa individuare. I Fuck The Facts, infatti, tessono le loro trame affidandosi ad una variegata ispirazione, che in alcuni istanti può venire dal grind, in altri dal death metal, talvolta addirittura tecnico, oppure dal thrash metal per poi spingersi all’alternative e al post più livido: il quadro diviene dunque ricco e foscamente tinteggiato. La prima cosa che sorprende, specialmente dopo averla messa a fuoco con qualche ascolto, è l’amalgama perfetto operato dalla band: non accadrà mai, o quasi, che in un particolare momento vi ritroviate a dire cose tipo “Ok, qui c’è il death metal”, perché ogni ingrediente è ovunque nell’ascolto del disco. Ovviamente la bontà di “Die Miserable” non si limita a questo, il grosso delle lodi va al songwriting, decisamente ricco di soluzioni ed ispirato: stop e breakdown appaiono quando servono e, soprattutto, convincono; melodie disperate che, in prima approssimazione, ricordano “The Sound Of Perseverance” (come avviene sul finire di “Census Blank”, in evidenza anche per la sua anima post); rallentamenti lugubri e asfissianti; stacchi acustici per farvi tirare un po’ il fiato; ovvie ma rassicuranti vagonate di riff assassini e, ultimo ma non ultimo, cambi di tempo usati non solo per dare forma e carattere ai pezzi, ma anche per cambiar loro faccia, come accade in “A Cowards Existence” (tra gli episodi migliori) quando, dopo la metà, avviene una trasformazione che quasi sfocia nel metallo classico (non temete: poi ritorneranno i consueti schizzi di violenza). Il tutto viene poi organizzato con un lavoro di sintesi irreprensibile: ne escono brani non lunghissimi, specie se in rapporto alla quantità di idee, ben strutturati e perfino scorrevoli, al punto che potrebbero venirvi in mente dei Despised Icon asciugati da certe “tamarrate”. L’unica cosa a cui dovrete un po’ abituarvi, specie se siete degli ortodossi death metaller, è la voce: la sua timbrica stridula potrebbe in prima istanza apparire un poco fastidiosa, ma dopo qualche ascolto se ne capisce l’intento, cioè dare sfogo ad una tesa angoscia, anima sotterranea della band, che respirerete per tutto l’album. Insomma, “Die Miserable” è un disco che non ha cali di tensione, non ha un pezzo brutto e non spreca tempo prezioso abusando della vostra pazienza, pertanto ne proponiamo un’alta valutazione.

TRACKLIST

  1. Drift
  2. Cold Hearted
  3. Lifeless
  4. Census Bank
  5. Alone
  6. Die Miserable
  7. A Coward's Existence
  8. 95
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