7.5
- Band: FUCK THE FACTS
- Durata: 00:41:44
- Disponibile dal: 20/11/2020
- Etichetta:
- Noise Salvation
Spotify:
Apple Music:
Dopo una carriera fittissima di uscite, all’indomani della pubblicazione dell’ultimo full-length “Desire Will Rot”, i Fuck The Facts hanno evidentemente deciso di prendersi una pausa di riflessione, evitando di dare alle stampe la consueta sequela di EP e split con i quali erano da sempre soliti intervallare i propri album. Cinque anni di assoluto silenzio sono quindi trascorsi fino all’arrivo, inaspettato, di questo “Pleine Noirceur”, lavoro con cui la band canadese riprende a sottolineare la propria identità, dando forma a una tracklist dal suono tanto intenso quanto sfaccettato, che ancora una volta lascia intravedere un piglio di autorevole profondità e intuito nel sapere aggiungere un velo di emotività a una proposta fondamentalmente death-grind con pochi, sapienti, calibrati tocchi. Il gusto per la sperimentazione è una costante nella carriera dei Fuck The Facts e questa si è spesso tradotta in una ricerca melodica e in una vena malinconica tutto sommato insolite per il genere di partenza. Così, accanto a claustrofobie urbane e a scenari di apocalissi metropolitane, il gruppo è sovente riuscito a trovare posto per echi di solitudine e melodie sinuose, escogitando un ibrido grind / post metal capace di nascondere vibrazioni speciali che aspettano solo di essere scoperte ed esaltate. “Pleine Noirceur” si allinea dunque alle ultime produzioni della band, andando ora a scomodare paragoni con l’attitudine ambiziosa dei maestri Napalm Death, ora a dare lustro a un mix di sonorità che prova quasi sempre ad uscire dai binari della consuetudine, proponendosi tramite composizioni dallo sviluppo imprevedibile, simili nell’indole all’operato di formazioni come Brutal Truth, Converge, The Red Chord e Buried Inside. Il mestiere c’è e non tutti i brani si dimostrano clamorosi – e dopo oltre vent’anni di carriera ciò è tutto sommato comprensibile – ma la sensazione è che i Fuck The Facts abbiano ancora voglia di progredire e di portare la loro ispirazione su nuovi livelli. Pezzi come “Doubt, Fear, Neglect” o la titletrack sanno fondere furia e sentori impalpabili, linee melodiche ammalianti e dissonanze morbide e abilmente arrangiate. Uno sbocciare di emozioni e di una personalità che confermano il talento di una realtà ancora poco celebrata.