7.0
- Band: FULCI
- Durata: 00:32:24
- Disponibile dal: 01/03/2021
- Etichetta:
- Time To Kill Records
- Distributore: Goodfellas
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Mentre l’attesa per il successore del fortunatissimo “Tropical Sun” si fa sempre più insistente, i Fulci decidono di mantenere viva l’attenzione sul loro nome con una ristampa di “Opening the Hell Gates”, originariamente pubblicato dalla piccola Despise the Sun nel 2015. Una sorta di ‘maxi EP’ mascherato da full-length che, al netto di una durata stringata (almeno prendendo in considerazione gli effettivi episodi inediti), racchiudeva già tutte quelle caratteristiche che avrebbero poi permesso ai Nostri di imporsi come uno dei fenomeni underground death metal degli ultimi anni, e che oggi ci viene ripresentato in una veste più ricca sia a livello sonoro – grazie ad un egregio lavoro di remastering – che di contenuti.
Ripercorrendo le vicende del cult “Paura nella città dei morti viventi” e scegliendo il linguaggio di un death metal ultragroovy e americano (primi Cannibal Corpse e Dying Fetus, Devourment, ecc.), i brani della tracklist ‘ufficiale’ emanano genuina potenza e vivacità senza mai imboccare il binario morto della piattezza, architettando una formula tanto ignorante quanto venata di atmosfere profonde e intuizioni ritmico-chitarristiche efficacissime. Concetti che episodi come “Zombi Slam Squad”, “Premature Sepoltura”, “Gore Life” e la titletrack rappresentano al meglio, e che la nuovissima “Paura” – strumentale ispirata al macabro tema portante della pellicola – porta a un livello di ingegno e sensibilità francamente inaspettati, valendo (quasi) da sola l’intera operazione di recupero del disco.
Spazio poi al demo di due tracce “Incubus in the Surgery Room”, stilisticamente più grezzo ma non per questo trascurabile o raffazzonato, all’esperimento electro-acido di “Inferno II” e – soprattutto – al tamarrissimo singolo “Death By Metal” rilasciato su Bandcamp lo scorso anno, in cui la musica dei Fulci incontra il mondo hip-hop di Metal Carter e quello hardcore dei Face Your Enemy, per poco più di due minuti di rap/death-core (!) dal tasso di cafoneria allarmante. Insomma, se già “Opening…” poteva essere visto come un esordio di tutto rispetto, questa nuova edizione non fa altro che esaltarne i pregi e ricordarci che il talento per i riff, in fin dei conti, non nasce certo per caso…