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7.5
- Band: FULCI
- Durata: 00:34:00
- Disponibile dal: 31/05/2019
- Etichetta:
- Time To Kill Records
- Distributore: Goodfellas
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“Tropical Sun”, seconda fatica sulla lunga distanza dei Fulci, è la riprova di come qualsiasi corrente musicale, anche la più testardamente chiusa in se stessa, può farsi vivace e stimolante quando maneggiata con il giusto spirito di intraprendenza. Un disco che, pur allineandosi in toto ai dettami del proprio (sotto)genere di riferimento, intende offrirne una chiave di lettura personale e restia a scadere nei cliché compositivi di buona parte della concorrenza, nell’ottica di un sound truce e barbaro quanto si vuole, ma non per questo privo di scaltrezza.
Parliamo, come nel caso dell’esordio “Opening the Hell Gates”, di un death metal di chiara ascendenza americana, declinato nella sua versione più groovy e gutturale e radicato nell’immaginario horror/gore del celebre regista romano, tra ampie e decise parentesi ritmate, ‘slammoni’ lordissimi e accelerazioni che non fanno altro che esaltare i suddetti rallentamenti. Una fiera dell’ignoranza che parte dai Cannibal Corpse di “Tomb of the Mutilated” e “The Bleeding”, passa per i mattatoi frequentati da Devourment e Mortician e finisce per sposare le velleità brutal-core dei primi Dying Fetus, in un carosello di immagini sanguinolente pervaso da un dinamismo e da una sensibilità macabra affatto scontati in certi ambienti oltranzisti. Un guitar work lungi dal reinventare la ruota ma sempre funzionale e trascinante, una vena melodica che – se chiamata in causa – riesce puntualmente a caratterizzare lo sviluppo dei brani e un approccio vocale spontaneo e variegato sono i cardini di una tracklist che ripercorre le vicende di “Zombi 2” in un’escalation dai toni morbosi e terrificanti, punteggiata da synth e sample cinematografici utili a renderne ancora più livido il percorso.
La titletrack, “Legion of the Resurrected” e “Eye Full of Maggots” sono solo alcune delle ‘hit’ marcescenti contenute nell’opera, la quale sfuma in modo assolutamente audace sulle note della strumentale “March of the Living Dead”, cover del suggestivo tema portante della colonna sonora di Fabio Frizzi. Difficile non rimanere colpiti da tanto orrore…