7.0
- Band: FUNERAL HARVEST
- Durata: 00:19:53
- Disponibile dal: 30/10/2020
- Etichetta:
- Signal Rex
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Secondo EP per la black metal band, la cui formazione è per tre quarti norvegese e per il quarto restante siciliana. Non si tratta di ragazzini, anche se il curriculum di questi musicisti è sorprendentemente corto (il particolare più interessante è la militanza dell’italiano Lord Nathas nei Ritual Death, altro ensemble internazionale che vede coinvolto Luctus dei Behexen).
Questo lavoro si pone in diretta soluzione di continuità rispetto a “Bunker Ritual Rehersal” del 2017, del quale mantiene un buon grado di ruvidità vecchia scuola. Niente suggestioni atmosferiche né influenze ‘post’, i Funeral Harvest suonano come se fosse ancora il 1996 e niente di tutto quello che è venuto dopo sia mai esistito: una furia scandinava che tiene comunque in grande riguardo le linee melodiche e fa sicuramente un buon lavoro su questo fronte. Niente sorprese nemmeno sul fronte delle tematiche, che spaziano dal rapporto tra vita e morte al satanismo. Musicalmente, se “Sacred Dagger” attacca frontalmente, “O.S.N.D.S.P.T.” è più complessa ed epica (vicina per certi versi ad “Ostende Nobis, Domine Sathanas, Potentiam Tuam”, il brano che la band aveva reso disponibile digitalmente lo scorso anno). Venti minuti scarsi estremamente godibili, antipasto dell’album di debutto che dovrebbe seguire a stretto giro.
Tirando le somme, c’era la necessità di un dischetto del genere? Sicuramente no, nel senso che tutto quello che c’è qui dentro è stato già pensato, detto e suonato; nonostante questo i Funeral Harvest riescono – piccole alchimie inspiegabili – a non risultare triti e ritriti, merito di un bilanciamento ben riuscito di melodia e bestalità e della prova abrasiva dietro il microfono di Lord Nathas, quindi se avete nostalgia dei Gorgoroth che furono date una chance a questo lavoro.