8.0
- Band: FUOCO FATUO (VA)
- Durata: 01:03:00
- Disponibile dal: 07/04/2017
- Etichetta:
- Profound Lore
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Giunti al secondo lavoro sulla lunga distanza, i Fuoco Fatuo svoltano definitivamente verso il lato più cupo e astratto del doom metal d’ispirazione funeral. Dopo aver testato con efficacia la materia death-doom sul debut album “The Viper Slithers in the Ashes of What Remains”, gli animi della band si rabbuiano ulteriormente: se la circolarità di certi riff rimane, l’elemento death ha perso buona parte della sua incisività, ritirandosi in un angolo per concedere sempre più spazio alla controparte doom, la quale assume gradualmente spessore per ribadire il più possibile il proprio intento lisergico. Oggi i ragazzi sembrano guardare soprattutto a realtà come i Tyranny, tuttavia riescono anche nel proposito di concepire e nutrire un suono aereo che risulta subito personale. Su “Backwater” l’esperienza acquisita negli ultimi anni e la padronanza dei mezzi viene gestita dai Fuoco Fatuo con maggiore sensibilità, per un album più coeso e dall’alto tasso di densità emotiva. Si aggiunge, a quella costruzione che all’epoca del debutto era in debito coi Winter più monolitici, un fiume di riverberi, melodie penose e sferzanti, mentre la batteria scandisce pattern ondulati e sinuosi. Un modo di declinare la psichedelia e certi elementi funeral doom che è insieme teso e tribale, ma anche meditativo e onirico. Un suono che avvolge in un’avvincente trance cosmica, come negli oltre quindici incredibili minuti della traccia iniziale “Sulphureous Hazes”, le cui linee di chitarra fanno sognare lontani e misteriosi altrove, solitudine e territorio del sogno, su un lavoro ritmico ossessivo e corposo. Un ruolo non secondario nell’ottima riuscita del disco lo svolge poi la produzione, che, al contrario di quanto accadeva su “The Viper…” ha meno il compito di rinvigorire e stordire, partecipando invece in modo decisivo alla sottolineatura delle melodie e delle atmosfere dei brani, fra mantra ipnotici, nebbie droniche, misteriose oscurità e pulsioni spaziali. Un album freddo ed ermetico nella migliore accezione del termine, questo “Backwater”, che denota una ricercatezza che è tutto fuorchè posticcia e un’abilità nella scrittura e nell’arrangiamento complessivo di sonorità doom più che mai matura. Con il loro secondo full-length i Fuoco Fatuo esplorano al meglio le potenzialità di questa musica e gli anfratti più torbidi della coscienza.
