7.5
- Band: FUROR GALLICO
- Durata: 00:55:45
- Disponibile dal: 18/01/2018
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Anche per il terzo capitolo della discografia dei Furor Gallico abbiam dovuto attendere qualche anno, ma la pazienza è stata premiata. Se tra i primi due lavori della formazione lombarda eravamo stati in grado di notare una netta maturazione lirica e stilistica in questo nuovo album la band fa un’ulteriore passo in avanti. Oltre alla qualità intrinseca delle composizioni, la maggior fonte di piacere nell’ascolto di questo disco è la costante tensione emotiva che ogni brano è in grado di conferire dando all’ascoltatore una sensazione di omogeneità e di fluidità che aiuta non poco a fruire appieno delle atmosfere cercate e create per “Dusk Of The Ages”. Mentre il maggior punto di forza è dato dall’equilibrio tra le varie componenti ed influenze musicali riscontrabili nel disco. L’ormai ben collaudata miscela tra folk, elementi pagani e death metal funziona più che mai e, come dicevamo, l’equilibrio sia in fase d’arrangiamento che di produzione permette di godersi le trame melodiche intessute dall’arpa celtica (e dagli strumenti acustici) senza che vengano mai soffocate dalla controparte elettrica e ritmica o viceversa. Ed un plauso in questo senso va dato alla sezione ritmica che risulta molto dinamica, in particolar modo convince la prova di Mirko Fustinoni che fornisce una performance tarantolata e varia dietro le pelli permettendo ad ogni brano di esprimere appieno il suo potenziale. Molto bene anche il comparto vocale, variegato sia nelle forme, giocando tra growl, pulito e qualche lampo di screaming, che negli interpreti, mescolando ottimamente gli incastri tra la voce femminile e quella maschile. Ma soprattutto è buono il comparto lirico. La stesura dei testi risulta particolarmente intensa per quelli scritti in italiano, giocati su un vocabolario per niente banale che rende onore alle atmosfere che pervadono questo lavoro ed in generale lo stile dei Nostri. Oltre a queste prerogative, “Dusk Of The Ages”, come dicevamo, è riuscito anche dal punto di vista della qualità musicale e delle strutture dei brani. Abbiamo pezzi come “The Phoenix”, che è una perfetta miscela di metal e sonorità folk che inizia con la rabbia del blastbeat per sfociare poi in un finale arioso e melodico, la più metallosa “Starpath”, a cui fa da contraltare l’evocativa “Canto D’inverno”, costruita, invece, su un crescendo lieve ma continuo sia di ritmo che di innesti strumentali. Da menzionare anche “Nebbia Della Mia Terra” e “Aquane”. Ancora i Furor Gallico si son fatti attendere, è vero, ma l’attesa è puntualmente ben ripagata da prove sempre più mature e di qualità.