7.0
- Band: FUROR GALLICO
- Durata: 00:54:10
- Disponibile dal: 15/12/2010
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Dopo un demo risalente allo scorso anno, per gli italiani Furor Gallico è giunta l’ora del battesimo di fuoco. Negli ultimi anni la scena italiana sta scoprendo diverse realtà impegnate a spargere il verbo del folk metal, Folkstone su tutti. I Furor Gallico seguono questa strada da veri generali d’esercito. Una breve intro fa da apripista per “Venti Di Imbolc”, brano atmosferico ed evocativo in cui spiccano interessanti partiture di violino ed un ottimo gusto melodico. Il cantante Pagan alterna l’uso di growl e voci pulite (qui meno efficace), mentre un’ottima sezione ritmica lo accompagna durante la narrazione. “Ancient Rites” e “Cathubodva” non brillano per originalità, ma va dato atto ai Furor Gallico di aver azzeccato linee melodiche ammiccanti e sornione, medievaleggianti e suggestive, destinate a far breccia nel cuore dell’ascoltatore sin dal primo passaggio sul lettore CD. Su “Curmisagios”, Pagan si diverte a cantare in dialetto, ed il risultato è una canzone folk tutta italiana, dove violini e chitarre elettrica si fondono in un mix irresistibile. Una produzione professionale e competente rende onore a tutti gli strumenti che troviamo su “Furor Gallico”, dalle arpe ai flauti, dai violini alla batteria e chitarre. Questo disco d’esordio ci mostra una band dalle idee molto chiare sulla propria musica e dalle spiccate capacità compositive, pregio di cui ben pochi possono vantarsi a questa giovane età. Non mancano alcuni angoli da smussare e perfezionare, ma l’esperienza e la voglia di fare di più aiuteranno la band a migliorarsi ulteriormente ed a tornare con un nuovo e più ispirato lavoro. Per fuggire dall’era moderna e trovarsi catapultati nel sognante Medioevo, “Furor Gallico” è il disco ideale.