6.5
- Band: GALLHAMMER
- Durata: 00:50:00
- Disponibile dal: 15/02/2010
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Halidon
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Pur essendo attive dal 2003 ed avendo pubblicato due album ufficiali, le giapponesi Gallhammer dalle nostre parti rimangono pressoché delle perfette sconosciute; peccato, perché il power trio nipponico dimostra di avere le carte in regola per fare breccia nel cuore degli ascoltatori appassionati di black e punk. La Peaceville fa dunque bene a ristampare l’opera prima delle ragazze, intitolata “Gloomy Lights” ed uscita originariamente nel 2004 senza distribuzione ufficiale in Italia. Già da allora le Gallhammer avevano le idee chiare sulla loro musica, che miscela in parti più o meno uguali black, doom e punk. Il primo nome che salta alla mente durante l’ascolto è quello degli Hellhammer, ma d’altronde le ragazze hanno esplicitato l’influenza di Tom Warrior e compagnia sin dal loro monicker. Le parti rallentate, miscelate al black metal primordiale fanno sì che anche i Celtic Frost rientrino nel DNA di Mika Penetrator e socie, così come una discreta dose di punk crust mutuata direttamente dagli Amebix e, in misura minore, dagli Iskra. La produzione è piuttosto lo-fi ed i suoni, soprattutto quelli delle chitarre, sono spesso fin troppo saturi, però questo non fa che accentuare la propensione punkeggiante delle nostre. La maggior parte dei brani contenuti nel lavoro sono di matrice black doom, piuttosto lenti e ferali; la componente punk, oltre ad essere sempre presente a livello ritmico, appare in tutta la sua impattante semplicità in brani quali “Lost Myself” o nel finale di “Aloof And Proud Silence”. Vi sono anche sprazzi maggiormente “sperimentali”, quali la lunga “Color Of Coma”, che praticamente vive costantemente su dei feedback chitarristici e delle urla disumane, ma la cifra stilistica delle Gallhammer è indissolubilmente legata al proto black di metà anni ottanta, ignorante e potente, lento e malato. Certo, “Gloomy Lights” non è un album fondamentale, ma a chi ama le sonorità citate in questa sede potrà regalare dei momenti davvero piacevoli.
PS: La ristampa è corredata da due bonus track, ovverosia le conclusive “Blossom In The Raven River” e “Lust Satan Death”, che si distinguono dal resto del materiale solamente per una pesantezza esasperante e per una registrazione troppo amatoriale.
