7.0
- Band: GAMA BOMB
- Durata: 00:38:50
- Disponibile dal: 04/12/2020
- Etichetta:
- Prosthetic Records
- Distributore: Audioglobe
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Alfieri di un thrash cazzone e divertente che tuttavia non deve la sua esistenza al solo aspetto ludico, tornano sul mercato i Gama Bomb col lavoro numero sette, “Sea Savage”. Band stranamente sottovalutata rispetto ad altri nomi attuali in ambito thrash metal, gli irlandesi hanno da sempre la capacità innata di portare all’ascoltatore delle piccole bombe a mano che sembrano provenire direttamente dai migliori anni ’80: come sempre non si inventa e non si cerca nulla, ma il disco è composto da episodi di tutto rispetto.
“Sea Savage” è, parole loro, ispirato alle avventure marittime d’epoca vittoriana come “Moby Dick”, presentato come una rappresentazione teatrale del diciannovesimo secolo, con tanto di atto uno e due per ogni lato, e ci parla dell’equipaggio del piroscafo ‘S.S. Gama Bomb’ e del suo viaggio nel mare alla ricerca dello Yeti. Tutto ciò può certamente lasciare anche un po’ il tempo che trova, ma chi conosce e apprezza i Gama Bomb è pronto a questo ed altro. Non mancano i brani dedicati al cinema degli Eighties, e non possiamo non provare un certo orgoglio quando parte la grassissima “Miami Supercops”, dedicata niente meno che ai nostri Bud Spencer e Terence Hill (godetevi il video qui sotto, una delle cose più thrash metal che degli irlandesi potessero fare!).
Registrato in remoto da diverse parti del mondo per cause di forza maggiore (Londra, Dublino e Newry in Irlanda e Varsavia) e masterizzato utilizzando strumentazione analogica anni ’80 per ricreare le vibrazioni dell’epoca, “Sea Savage” è pesantemente riff-centrico, le chitarre giustamente in evidenza – così come l’ugola di Philly Byrne – si rivelano autrici di un’altra prestazione molto convinta (vi piacciano o meno i suoi saltuari falsetti), e non di meno riteniamo di dover sottolineare la prova alla batteria della new entry James Stewart, già in Vader e Decapitated. Le dodici tracce si fanno ascoltare con piacere per quello che sono, con una certa vena british (Judas Priest su tutti); gli episodi deboli sono davvero pochi (forse giusto qualche passaggio, e anche l’opener “Judo Killer” non ci esalta come dovrebbe, ma non si segnalano canzoni veramente deboli), e comunque ben bilanciati da pezzoni come la titletrack e non solo (“Lords Of The Hellfire Club” o “Sheer Khan” sembrano uscire da un’altra epoca per freschezza, oppure vogliamo parlare dell’esaltante assolo di “Rusty Jaw”?).
Insomma, esattamente il vecchio e caro metallo di una volta, suonato e composto come si deve, che pur senza quasi mettere nulla di nuovo sul piatto ci fa divertire grazie a ritmi sostenuti e una grinta palpabile. Che siate già fan di questi buontemponi o che vogliate ascoltare del buon thrash senza per forza andare alla ricerca dei nomi di trent’anni fa, i Gama Bomb vi faranno passare una quarantina di minuti senza troppi pensieri ma ad alto tasso adrenalinico. Giocano facile forse, ma sembrano sempre farlo col cuore: promossi ancora una volta.