6.5
- Band: GAME OVER
- Durata: 00:41:02
- Disponibile dal: 04/15/2016
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Non demordono i Game Over, e a meno di due anni da “Burst Into The Quiet” si ripresentano sul mercato col terzo disco, intitolato “Crimes Against Reality”. Il giovane quartetto emiliano aveva il compito di darsi una mossa e uscire dalle secche di un secondo disco molto standardizzato e prevedibile, zeppo di cliché e poco incisivo nelle composizioni. Prototipo della tipica thrash metal band revivalista, i Nostri si sono migliorati senza compiere il fatidico salto di qualità, all’interno di una release in cui alcuni atavici difetti rimangono più o meno inalterati, mentre altri sono stati ridotti o ben mascherati, grazie al tentativo di architettare qualcosa di diverso e di progredire nel senso di una maggiore raffinatezza melodica, oltre che di un’apprezzabile (leggera) complicazione ritmica. Il grosso della tracklist va comunque a toccare punti nevralgici già abbondantemente sviscerati in oltre trent’anni di thrash metal, con ben altra ispirazione di quella in possesso del combo italico. I midtempo da mosh, gli stop-and-go e i chorus anthemici si lasciano ascoltare ma non impressionano, i riff portanti rivisitano con poco coraggio e in tono minore l’operato di Metallica, Megadeth, Testament e Death Angel, differenziandosi non di molto da un pezzo all’altro. Le scelte di produzione sono a loro volta piuttosto simili al passato, non si è nemmeno provato a enfatizzare aspetti differenti da quelli messi in luce nei primi due full-length, anche stavolta si è rimasti in bilico fra ricerca dell’aggressione e pulizia esecutiva, così da avere per risultato finale un ibrido né carne né pesce. Non ha compiuto passi in avanti nemmeno la voce di Renato Chiccoli, che ringhia sgraziato imitando mediocremente i singer più distintivi degli anni ’80. A far guadagnare ai Game Over una sufficienza abbondante ci sono incastri strumentali finalmente brillanti e una manciata di tracce dal respiro più ampio, che mutuano da Megadeth e Metallica la necessità di stemperare i toni e affidarsi a chitarre pulite e andamenti relativamente tranquilli, alternati alle consuete rasoiate thrasheggianti. Nasce così una “With All That Is Left”, valido concentrato di melodie ariose e desolati quadretti di periferie metropolitane, in assonanza all’habitat naturale di un thrash metal act che si rispetti, ovvero contesti sociali intristiti e carichi di rabbia repressa. Buona, e francamente ben al di sopra del canovaccio del resto del disco, la title track, equanimemente divisa fra momenti caciaroni ad alto voltaggio e una bella serie di piccoli strappi e affilati preziosismi, come i ragazzi mai ci avevano concesso. All’ampliamento delle idee melodiche si sposano pattern di batteria più dinamici, che si permettono qualche saltellio effervescente e piccole delicatezze prima non previste dal Game Over-pensiero. In questo modo, la tracklist gode anche di altri sussulti, rintracciabili in alcuni sprazzi crossover anthraxiani (“Neon Maniacs”, “Just A Little Victory”) e leggere virate al thrash melodico americano di fine anni ’80 (“Fix Your Brain”) che vivacizzano uno spartito altrimenti troppo uniforme. Buoni, e su questo non avevamo dubbi, gli assoli: qui la coppia d’asce si libera del tutto da fantasmi di questo o quell’altro nume ispiratore e sfodera una serie di fiammeggianti incroci di note, dotati di una forza espressiva superiore a quella sfoggiata in fase ritmica o di arrangiamento. “Crimes Against Reality” non farà cambiare idea a chi non ha mai stravisto per i Game Over, anche se i miglioramenti ci sono e vanno adeguatamente sottolineati. Se tutto sommato i thrasher ferraresi vi sono sempre stati simpatici e avete ascoltato con piacere i precedenti capitoli discografici, potete avvicinarvi al loro terzo album senza alcun timore.