7.5
- Band: GAMMA RAY
- Durata: 00:56:46
- Disponibile dal: 28/03/2014
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
Spotify:
Apple Music:
In quattro anni, due EP, una raccolta e un live album sono passati sotto agli occhi dei fan dei Gamma Ray dopo lo scialbo “To The Metal”, lavoro che aveva lasciato un po’ di amarezza e la paura di essere ormai al cospetto di una band al tramonto. E invece, Kai Hansen, tra un impegno e l’altro con gli Unisonic, sembra aver ricaricato le batterie e ,nonostante, la dipartita di un batterista tanto importante per il sound della band come Dan Zimmermann, è riuscito a dar vita a un disco decisamente migliore del precedente. “Empire Of The Undead” non è un capolavoro, diciamolo subito, e non regge il confronto con i vari “Heading For Tomorrow”, “Land Of The Free” o “Somewhere Out In Space”, ma mostra quella freschezza di idee e quel tiro che mancava da tempo al songwriting del gruppo. A partire dalla lunga e variegata “Avalon”, in linea con i brani dal taglio epico che Tobias Sammet era solito fare soprattutto agli inizi con i suoi Avantasia, passando per il power/speed metal in stile primi Helloween delle priestiane, veloci, grezze e taglienti “Hellbent” e “Empire Of The Undead”, fino ad arrivare alle buone melodie di “Master Of Confusion” e “Seven”, stilisticamente reminiscenti della vecchia “Send Me A Sign”, l’impressione è proprio quella di ascoltare una ritrovata ispirazione verso riff di presa e chorus efficaci e divertenti. Le linee vocali sono molto spesso più che discrete, anche se ormai il buon Kai tende ad eseguirle utilizzando un po’ troppo spesso un falsetto sporco che a volte appare un tantino sgraziato. Oltre ai brani menzionati troviamo anche episodi non particolarmente esaltanti ma comunque piacevoli come l’ariosissima “Born To Fly” o la conclusiva “I Will Return”, tipico brano power dell’epoca “Somewhere Out In Space” / “Powerplant”. Purtroppo ad abbassare un tantino le quotazioni del lavoro ci si mettono due brani decisamente noiosi come “Pale Rider” e “Demonseed”, rocciosi mid tempo che appaiono piatti sia nel riffing che negli scontatissimi ritornelli. Riempitivi di scarso valore. Pollice verso anche per l’artwork, a parere di chi scrive forse il peggiore mai visto su una copertina dei Gamma Ray. A parte queste note negative, “Empire Of The Undead” è comunque un disco ben prodotto e convincente per via della presenza di diversi episodi che i fan della band difficilmente non potranno apprezzare. Un gradito ritorno, su livelli più consoni a un nome, quello di Kai Hansen, che ha fatto la storia del metal europeo.