6.5
- Band: GAMMA RAY
- Durata: 00:48:21
- Disponibile dal: 29/01/2010
- Etichetta:
- earMusic
Spotify:
Apple Music:
I Gamma Ray arrivano al loro decimo album in studio dopo una carriera ormai ventennale che ha fatto la storia del power metal, anche senza considerare l’ancor più importante passato del leader Kai Hansen con gli Helloween. Dischi come “Heading For Tomorrow” o “Sigh No More” prima e “Land Of The Free” o “Somewhere Out In Space” dopo, sono pagine indelebili e di assoluto spessore nel contesto di questo sottogenere del metal. Nell’ultimo decennio invece i quattro tedeschi ci hanno abituato ad uscite non all’altezza di questi capolavori, ma comunque di buon livello e generalmente ben accolte da critica e pubblico. Il nuovo disco, invece, sebbene stilisticamente assolutamente fedele al sound del gruppo, non ci ha convinto pienamente e la spiegazione sta principalmente nella presenza di ritornelli a volte piuttosto privi di mordente e di soli di chitarra non sempre ispirati. Diversi pezzi, leggasi il mid tempo “Mother Angel” o le più tirate e classicamente power “Time To Live” o “All You Need To Know” (sul cui chorus canta l’ex Helloween Michael Kiske), sono piacevoli ma che scorrono via senza lasciare alcun segno del loro passaggio. La stessa “To The Metal” poi è uno dei pezzi peggiori mai scritti dal quartetto: un mid tempo priestiano come sound e manowariano come testi che suona moscio al punto che viene da chiedersi come abbia fatto Kai non solo a scriverlo, ma anche a decidere di eleggerlo a titletrack. Per fortuna la penna di questi musicisti è ancora in grado di dare vita a episodi più interessanti nei quali i chorus sono finalmente efficaci, come nella la divertente e diretta “Shine Forever”, nella rocciosa e veloce “Chasing Shadows” e nella tiratissima “Rise”, brano che come stile si rifà a tracce quali “Beyond The Black Hole” o “Anywhere In The Galaxy”, anche se non raggiunge assolutamente gli stessi livelli d’eccellenza. Altri due brani più che convincenti sono la opener “Empathy”, pezzo leggermente più groovy e particolare come ritmiche che esce un po’ dagli schemi del power canonico, e la conclusiva “No Need To Cry”, un lento piuttosto standard ma ad ogni modo efficace come melodie e linee vocali. Non sempre eccezionali i suoni, piuttosto deboli soprattutto nelle parti più tirate. “To The Metal” è in fin dei conti un disco più che sufficiente, ma i fan più affezionati come il stottoscritto, che ancora hanno nel cuore i grandi dischi sopra menzionati, continueranno ad essere convinti che i Gamma Ray hanno età, mezzi e capacità per fare di meglio.