7.5
- Band: GATEKEEPER
- Durata: 00:48:58
- Disponibile dal: 24/03/2023
- Etichetta:
- Cruz Del Sur Music
Spotify:
Apple Music:
Cinque anni già trascorsi da quel “East Of Sun”, disco di debutto firmato Gatekeeper che attirò l’attenzione di più di qualche appassionato delle sonorità classiche. In effetti, il gruppo canadese mostrò subito un’attitudine degna di nota che venne in parte confermata dal successivo EP del 2019, a nome “Grey Maiden”.
“From Western Shores” è il titolo scelto per questo ritorno discografico. E se non era affatto scontato che il gruppo nordamericano potesse confermarsi sui buoni livelli dell’esordio, ci sentiamo abbastanza sicuri di affermare che questo lavoro riesce nell’intento di superare il suo predecessore: otto brani dalla struttura tutt’altro che banale, quadrati ma non scontati e capaci di creare atmosfere battagliere ed epiche presentando cambi di tempo e melodie vocali di impatto e dal tocco piuttosto personale.
La title-track apre la strada all’ascolto catapultandoci su cambi di battaglia sguainando l’ascia con cori che supportano riff stoppati e grintosi. L’ugola evocativa ma al contempo squillante e tagliente di Tyler ‘Tex’ Anderson – new entry visto che il cambio al microfono è avvenuto solamente lo scorso anno – prende il proscenio e colpisce con decisione sulle note galoppanti di “Death On Black Wings”; un’ugola affilata, la sua, in grado di sposarsi alla perfezione con il sound che la band canadese vuole proporre. Il mid-tempo “Shadow And Stone” conquista con un pathos che cresce fino ad arrivare ad un refrain capace di esaltare facendo alzare il pugno al cielo. I ritmi si alzano per far esplodere con vigore la rapida e grintosa “Exiled King”, pezzo energico dove i riff del leader Jeff Black, accompagnato dal nuovo chitarrista Adam Bergen, viaggiano a testa bassa lanciando cori possenti e trasportandoci così attraverso sonorità nordiche e vichinghe, seguendo quindi ciò che gli stessi testi vanno a raccontare. E ancora riff esplosivi che non tentennano nemmeno un attimo e colpiscono a testa bassa prima con la massiccia “Nomads”, che coinvolge con un coro tutto da cantare, e subito dopo con la più scoppiettante “Twisted Towers” che mostra qualche rimando ai grandi Visigoth. Gli otto minuti ed oltre della conclusiva “Keepers Of The Gate” si sviluppano alternando momenti più lenti e possenti ad esplosioni vigorose concludendosi con chitarre esaltanti che nel finale incalzante prendono in mano le redini dell’ascolto.
Ascolto dopo ascolto, “From Western Shores” si rivelerà presto un lavoro imperdibile per ogni seguace delle sonorità epiche e classiche. L’esperienza maturata in questi anni, unita ad un paio di innesti all’interno della line-up, hanno certamente aumentato l’arsenale a disposizione della band di Vancouver, che oggi può vantare un maggiore potenziale compositivo e di esecuzione.