GEHENNA – Unravel

Pubblicato il 30/10/2013 da
voto
7.0
  • Band: GEHENNA
  • Durata: 00:40:40
  • Disponibile dal: 11/10/2013
  • Etichetta:
  • Indie Recordings
  • Distributore: Audioglobe

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I gruppi fondatori del black metal norvegese sono rimasti davvero pochi in circolazione e molti di questi nell’arco di un ventennio hanno modificato il proprio stile musicale. I Gehenna pensavamo ormai di averli inevitabilmente perduti, ma il gruppo guidato da Sanrabb ha scelto di ritornare con un nuovo album proprio nel 2013, per festeggiare i venti anni di attività dalla fondazione del progetto. In tutti questi anni di silenzio, ben otto dall’ultima release “WW”, sono successe molte cose in casa Gehenna, ma alla fine il gruppo sembrava esser tornato quello di una volta con gli inseparabili Dolgar e Sanrabb, ma anche con il batterista Dirge Rep. Invece, in questi ultimi due anni, qualcosa è cambiato perché Dirge Rep non fa più parte della band e al suo posto sul nuovo album “Unravel” troviamo Slatrarinn (ex Thurs), mentre Dolgar è presente purtroppo solo in qualità di bassista e non di cantante. Adesso Dolgar, evidentemente a registrazioni concluse e/o in corso, si è separato dai ‘suoi’ Gehenna. Il suo ruolo è stato preso dal debuttante Byting, ma non sarà la stessa cosa. Per quanto riguarda il cantato, stavolta è Sanrabb ad occuparsene e, assieme a Skinndød dei Throne Of Katarsis, forma l’inedita coppia di chitarristi. I Gehenna sono dunque tornati, ovviamente non nella veste che aveva stregato tutti con la serie dei primi tre album del filone “Spell”, nè nella successiva versione violentissima death/black esplosa su “Adimiron Black” e “Murder”. Il nuovo full è più vicino al suo lontano predecessore “WW”, anche se per fortuna la band norvegese stavolta è leggermente più ispirata. Ciò che è cambiato è il sound della produzione, qui molto più glaciale e graffiante rispetto ai suoni ovattati e uniformi di “WW”. In più di qualche episodio Sanrabb ha deciso di abbassare i ritmi, ora molto più lenti ed ipnotici, e tale scelta è ben evidente sin dall’opener “The Decision”. Il riffing è scarno e minimale, ma nonostante tutto non delude grazie all’esperienza dei Gehenna, che sanno suonare black metal come si deve. Sebbene i cambi di ritmo siano pochi ed i riff veloci utilizzati per alcune canzoni, come la titletrack, non siano per niente elaborati, il risultato complessivo che si viene a creare premia le scelte del gruppo. Forse i Gehenna non sono mai stati così ‘true black metal’ come stavolta, nello stile e nei suoni: l’appeal di “Unravel” si fa apprezzare con il passare dei minuti e dopo le decine di volte che passerà sul vostro lettore CD. Inizialmente si potrebbe etichettare questo prodotto come un qualcosa di scarno, abulico e svogliato da parte di un gruppo storico. Ma nonostante i ritmi siano in gran parte lenti, “Unravel” riesce a catturare l’attenzione e a non diventare soporifero. Il cantato di Sanrabb è una presenza sporadica, è piuttosto il lento incedere di un riffing semplice e concreto a dominare la scena. Il settimo full length album del gruppo originario di Stavanger somiglia così tanto e possiede le stesse caratteristiche di molti album usciti una decina di anni fa per la Moonfog Prod: un black metal marziale e freddo dal tocco moderno. In quest’occasione i Gehenna sembrano avere qualche punto in comune soprattutto con i Khold, per le parti più lente, ma anche qualcosina con gli ultimi Darkthrone (specialmente sul brano “Lead To The Pyre”) e Satyricon. Questo a dimostrazione che in diversi casi i gruppi fondatori della scena black metal norvegese hanno evoluto il proprio sound verso sonorità simili. Se avrete la pazienza di capire i Gehenna fino in fondo, allora “Unravel” si rivelerà un album interessante capace di trasmettervi qualcosa, anche se ad un primo ascolto potrà sembrarvi un prodotto scarno ed inconsistente. Le parti lente, apparentemente le più povere e ripetitive, alla fine sono quelle meglio riuscite e le più ispirate; non sono ipnotiche come quelle create ad arte dai norvegesi Khold, ma sono ugualmente degne di nota: basti ascoltare “A Grave Of Thoughts” per rendersene conto. Salutiamo comunque l’importate ritorno di una band storica, che negli ultimi tredici anni ha purtroppo prodotto soltanto due album e nemmeno dei capolavori del genere.

TRACKLIST

  1. The Decision
  2. Unravel
  3. Nothing Deserves Worship
  4. Nine Circles Of Torture
  5. A Grave Of Thoughts
  6. Lead To The Pyre
  7. End Ritual
  8. Death Enters
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