7.0
- Band: GENITAL GRINDER
- Durata: 00:36:00
- Disponibile dal: 27/04/2015
- Etichetta:
- Eyes Of The Dead Productions
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Non si può far altro che definire i Genital Grinder dei veterani, anche a fronte di una discografia che può vantare un singolo album – ovvero proprio questo “Abduction”. D’altronde, l’anno di fondazione e gli anni di militanza underground non concedono campo ad equivoci: i ragazzi di Mantova infestano la scena death metal tricolore dal lontanissimo 1991! A lungo li abbiamo visti arrancare in un panorama – quello italiano – che non è mai stato particolarmente ricettivo per i suoni più estremi, ma ora che il death metal made in Italy è finalmente una realtà consolidata, anche e soprattutto all’estero, immaginiamo che il quintetto possa riuscire a togliersi qualche soddisfazione. “Abduction”, come dicevamo, è sostanzialmente il debutto ufficiale della formazione, ma da esso emergono un’esperienza e un’intesa maturate per decenni: il suono è classico e rifinito al tempo stesso, le influenze sono ovvie ma il sentore di plagio è comunque lontano; la produzione, infine, è a tutti gli effetti in linea con gli standard odierni. L’epoca delle valide band nostrane mortificate da rese sonore indecenti o appena passabili è fortunatamente finita da un pezzo. I Genital Grinder quel periodo lo hanno vissuto – lo dimostrano anche le due bonus track incluse nel disco, estratte dal “Promo 2002” – e con “Abduction” si prendono la loro rivincita. Chiaramente non siamo davanti ad un prodotto in grado di sconvolgere la vita di qualcuno, ma coloro in vena di una miscela compatta ed energica di Cannibal Corpse, Monstrosity e inclinazioni più brutali alla vecchi Aborted e Beheaded troveranno in brani come “U.F.O” e “Everybody Killing” una band che sa davvero il fatto suo. Come per i connazionali Natron, la forza del songwriting dei ragazzi è il dinamismo, espresso tramite ritmiche mai piatte e un buon gusto per il groove, ma vale la pena anche citare la capacità di sintesi: la maggior parte delle composizioni si attesta sui tre minuti, evitando quindi di venire a noia o di risultare pretenziosa. Insomma, “Abduction” si ascolta molto volentieri e ci consegna un gruppo che nella scena death metal italiana odierna ha tutta la competenza per ben figurare. Speriamo ora di poter ascoltare ulteriori sforzi senza dovere aspettare un’altra vita!