8.0
- Band: GENUS ORDINIS DEI
- Durata: 01:11:50
- Disponibile dal: 06/12/2020
- Etichetta:
- Eclipse Records
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Una caratteristica che chi vi scrive tende a premiare nell’analisi di un’operazione musicale è senza dubbio la capacità di osare, in quanto rappresentativa della volontà di ritagliarsi una propria dimensione all’interno della scena, senza la paura di fare il proverbiale passo più lungo della gamba o di scontentare qualche ascoltatore più o meno scettico. I nostrani Genus Ordinis Dei con il loro terzo disco “Glare Of Deliverance” adempiono con discreta veemenza a questo concetto, cimentandosi in un’opera che vuole comporre un collage che solo chi avrà la pazienza e l’interesse di ammirare nella sua interezza potrà comprendere fino in fondo, pur senza accantonare quell’essenza metallara che la band stessa etichetta come imprescindibile. E ci riferiamo naturalmente alla serie tv dedicata, in cui ogni episodio viene associato ad un brano, raccontando la storia di Eleanor e della sua vicenda tra le grinfie della santa Inquisizione. Un concept particolare e a suo modo disturbante, che sebbene possa sembrare distante si inserisce perfettamente all’interno del vento portante che spinge la nave dei G.O.D. sin dal loro esordio. Anzi, invitiamo chiunque abbia dimestichezza con il loro repertorio a prestare bene attenzione durante l’ascolto, in particolar modo negli istanti finali, ma non vi diciamo perché per non rovinarvi l’eventuale sorpresa.
Appare quindi palese l’intenzione di Nik K e soci, ovvero realizzare un prodotto dalle forti connotazioni narrative e in cui la componente musicale sia funzionale a questo scopo. Ciò si traduce in un album quadrato ed equilibrato più di quanto ci si aspetterebbe da una formazione di genere symphonic death metal, senza singoli elementi che prevalgano eccessivamente su tutto il resto, onde prevenire il rischio di focalizzare l’attenzione più del necessario. Tradotto: pochi sfoggi solisti, virtuosismi o complicazioni di sorta, ma davvero tanta sostanza.
Musicalmente, l’album fa sfoggio di un sound oscuro e possente, enfatizzato da delle orchestrazioni ancora più presenti che in passato, con una cura maniacale riservata alla valorizzazione dei singoli episodi della storia: ad esempio, dopo l’intro “Ritual”, il cantato rigorosamente in growl fa capolino su una “Hunt” il cui incedere ben rappresenta il panico di Eleanor, braccata dall’acciaio dei soldati dell’Inquisizione, mentre “Edict” e “Examination” rallentano leggermente il tiro, aumentando nel contempo la dose di inquietudine suscitata. In particolar modo nella seconda esordiscono le fasi parlate in lingua italiana, le quali tornano anche in “Torture” per poi rimanere fino alla conclusione.
Fino a “Judgement” il sound rimane coerente all’interno di uno stile relativamente dimensionato, con ritmi che non accelerano mai oltre una certa soglia e col macabro furore dell’Inquisizione ad opprimere l’ascoltatore al rintoccare dei chitarroni massicci, ma la musica comincia davvero a cambiare a partire dalla lenta e malinconica “Dream”, il cui feeling modula dalla tristezza all’incubo, così come “Abjuration”, che all’inizio struggente affianca un prosieguo ruggente e quasi dalla parvenza cinematografica, come l’auto-citazionismo orchestrale lascia intendere. Tuttavia, il meglio del meglio arriva verso il finale: “Exorcism” inizialmente sembra non voler spiccare troppo, ma nei suoi ultimi minuti esplode permettendo alla furia death metal dei G.O.D. di scatenarsi, con risultati a dir poco fomentanti anche per l’ascoltatore, che può così destarsi dal suo torpore catartico in preda ad un diabolico fomento, in attesa della lunga suite conclusiva “Fire”. Questa non solo rappresenta il brano più ricco ed elaborato del pacchetto, ma anche un vero e proprio riassunto della storia di Eleanor, a livello sia narrativo che musicale, salvo poi prendere una direzione propria e divampante come il fuoco che arde un corpo umano, liberandolo da un tormento breve ed eterno allo stesso tempo.
Il terzo album è sempre un traguardo importante, e per l’occasione i Genus Ordinis Dei non solo confezionano il loro lavoro migliore, ma anche il più vasto e ambizioso per tutto ciò che ci ruota attorno, obbligandoci indirettamente a premiare a pieni voti l’ottimo connubio di ambizione e realizzazione. In buona sostanza, chi ha voluto credere in questo progetto ha fatto davvero bene.