GF93 – O. S. R.

Pubblicato il 17/12/2004 da
voto
7.0
  • Band: GF93
  • Durata: 00:41:48
  • Disponibile dal: 08/11/2004
  • Etichetta:
  • Incendiary Records
  • Distributore: Self

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Partiti nel 1997 da un industrial colmo di rabbia (“Beaten”), passati attraverso un grandissimo disco di metal-core atipico, schizzato e sinistro (“G.Oetia F.Etish 19.93”), sopravvissuti ad un rinnovamento praticamente totale della line-up, collaudata la nuova formazione nel transitorio “Convulse All-Star” e forti di un successo di pubblico e critica sempre crescente, i fiorentini GF93 giungono, con la pubblicazione del loro quarto disco, “O.S.R.”, ad un punto decisivo della loro carriera: lasciata alle spalle l’utilissima militanza nell’inglese Copro Records, la band di Carlo Bellotti incide ora per la germanica Incendiary Records e pubblica un lavoro più che ambizioso e tendente alla definitiva consacrazione, a partire dal titolo, “O.S.R.” appunto, ovvero “Own Style Research”, la ricerca di un proprio stile, unico e ben definito. Il platter, sulle prime, risulta essere molto, molto difficile da digerire: per chi amava alla follia l’immediatezza, il groove e la pesantezza di capolavori quali “Today’s The Same” o “Fiends” (brani di “G.Oetia F.Etish 19.93”) e, allo stesso tempo, aveva considerato le composizioni di “Convulse All-Star” un’evoluzione solo mezza riuscita, sarà davvero difficile comprendere ed apprezzare nell’immediato i pezzi contenuti in “O.S.R.”; già, in quanto, rammentando molto da vicino la progressione stilistica di un gruppo quale i Deftones, i GF93 stanno affinando la loro musica, rendendola meno aggressiva e più melodica, tramite una “own style research” approfondita e non banale. Le canzoni sono infinitamente più psichedeliche ed ipnotiche, avvolgono chi ascolta in uno stato di freddo torpore che desensitizza e sconcerta; la violenza è ancora ben presente, la rabbia è più controllata, ma quando esplode fa sempre malissimo; il vocalist Carlo Bellotti sembra cantare da una cella insonorizzata ed imbottita, girando in tondo in camicia di forza ed inscenando litanie paranoiche, fino al punto in cui schizza via di testa, lanciandosi, sbattendo ed urlando contro le imbottiture; la produzione di Alessandro Paolucci, il mixaggio di Kurt Ballou (Converge) e il mastering di Alan Douches rendono piena giustizia al suono della band, come mai prima d’ora; il lavoro di Fabio “Fabba” Baini, principale songwriter e bassista, e del drummer Alvaro “Korea” Buzzegoli è molto buono, come anche il puntuale riffing del defezionario Vittorio Milella (già sostituito da Mario De Giorgi). Tutte queste coordinate spazio-temporali confluiscono come per magia nell’opener “Brings Further Signification”, pezzo condensato e compatto, malatamente melodico ma ferocissimo nel chorus, un piccolo capolavoro. “Lesive” non è affatto da meno e lo stesso si può dire di “Enter The Cult (The Cold Ocean)”. Certo, “O.S.R.”, come detto sopra, non è un disco facile: le considerazioni che qui leggete non erano certo tali all’altezza dei primi tre ascolti dell’album, in quanto lo spettro di “G.Oetia F.Etish 19.93”, il quale rimane inarrivabile, aleggiava impertinente nei dintorni delle orecchie del recensore; “Convulse All-Star” è stato superato abbondantemente comunque, particolare che rende merito al lavoro della nuova line-up. A parte qualche alto e basso qua e là, la nuova release è uniforme e coerente e di sicuro guadagna punti con il passare delle fruizioni. Avessimo ascoltato ancora per un paio di settimane l’album, probabilmente si sarebbe arrivati a dare un voto più alto; allo stato attuale delle cose, un sette ci sembra un giudizio equo. Un unico appunto: perché diavolo inserire in tracklist “Eight Years”, il singolo del disco precedente, subito seguito da un suo scadente remix? Ci scervelliamo, ma non capiamo… 

TRACKLIST

  1. Brings Further Signification
  2. 25 Times Fire Devastates
  3. Lesive
  4. Deathwishineye
  5. Enter The Cult ( The Cold Ocean )
  6. Enter Reprise
  7. Heartbeat
  8. Crush - Art
  9. Earthagram
  10. Trustpay
  11. Own Style Research
  12. Eight Years
  13. Eight Years ( Syncprodz Remix )
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