GHOST BATH – Rose Thorn Necklace

Pubblicato il 05/05/2025 da
voto
7.0
  • Band: GHOST BATH
  • Durata: 00:36:35
  • Disponibile dal: 09/05/2025
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast

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La parabola dei Ghost Bath è andata in stallo già da qualche anno, quando facciamo il nostro incontro con il quinto disco “Rose Thorn Necklace”. Lontani i tempi della finzione cinese, quando si accreditavano come provenienti da una megalopoli di quel paese e non davano notizie certe sul loro conto. Il disvelamento delle loro identità e della loro collocazione in una assai meno esotica città del Nord Dakota ha in qualche maniera fatto evaporare la magia, quella che ne aveva decretato il successo underground dei primi due album: prima “Funeral”, poi il decisamente Deafheaven-oriented “Moonlover” avevano attirato parecchie attenzioni sulla band, giunta poi con il terzo album “Starmourner” a un importante contratto con Nuclear Blast. Da lì, nonostante il gruppo abbia iniziato ad avere una regolare attività live e abbia guadagnato una collocazione sonora meno ondivaga, qualcosa sul piano creativo sembra essersi inceppato.
Diciamo che probabilmente l’apprezzamento, o le critiche, nei loro confronti sono dovute alle aspettative suscitate dai primi lavori, salvo poi assistere a un adagiamento e una mancanza di ulteriori slanci. Così che oggi difficilmente si riuscirebbe a mettere sullo stesso piano i quattro americani con le gesta dei predetti Deafheaven, oppure di Harakiri For The Sky e, allargando un po’ i confini, maestri della malinconia in musica come gli Alcest. Detto ciò, per quanto l’ultimo album “Self Loather” fosse il più interlocutorio della loro discografia, la qualità di scrittura non era andata totalmente a scemare, mantenendosi sufficiente almeno per i fan più affezionati e in generale i seguaci del cosiddetto blackgaze.
Quattro anni più tardi, “Rose Thorn Necklace” dà qualche sussulto e riprova a pennellare di rosa e sapori dolciastri il black metal ‘lamentoso’ dei Nostri, quando “Self Loather” andava a ridurre percettibilmente il canovaccio di umori shoegaze e le tentazioni depressive. Riecco allora in primo piano i colori sgargianti e perfino un senso di caramellosità a indorare alcuni passaggi, in ragione di un’effettistica che altera percettibilmente, scandalosamente direbbero i detrattori, ciò che in origine dovrebbe pur essere black metal.
Apprezzando la decisione di mantenere il tutto in una durata ragionevole e priva di filler – siamo sotto i quaranta minuti – il nuovo album denota effettivamente un’atmosfera piuttosto particolare, in bilico tra panorami shoegaze deviati e urgenza metallica. Convulsi strappi post-black metal, doppiati dal caratteristico ululato acuto di Mikula, si alternano a fasi oltremodo tranquille, aggrappate a melodie zuccherine e beate, ben più presenti rispetto a “Self Loather”.
Nonostante la veemenza chitarristica e un suono di questo strumento piuttosto roccioso, come quello di “Self Loather” del resto, a emergere sono i toni più beati e aggraziati, grazie a un ottimo uso di arpeggiati, sintetizzatori e piano. Nell’alchimia generale dei Ghost Bath odierni, la rilevanza di questi elementi eterei e pastellati prende il sopravvento, indirizzando inesorabilmente il sentimento generale del disco. Un brano come “Well, I Tried Drowning” risulta quindi stimolante per questa dosata ambivalenza tra rabbia selvaggia e un delicato lasciarsi andare. La vena tossica e malata del depressive black metal viene orientata nell’album anche per soluzioni più ruvide e meno levigate, come gli slanci brutali dell’articolata “Dandelion Tea”.
Si percepisce come “Rose Thorn Necklace” sia un album sentito e allo stesso tempo ben ponderato, incastonato negli stilemi dei Ghost Bath, ma attraversato da una maggiore urgenza creativa rispetto alla loro precedente uscita in studio. Alcune cose possono risultare un filo più stereotipate e meno appaganti all’ascolto (“Stamen And Pistil”), ma soprattutto quando sono le tastiere a stuzzicare le nostre orecchie con qualche ricamo ardito (pensiamo ai fraseggi vibranti e all’elettronica di “Vodka Butterfly”) la formazione americana dimostra di aver ancora un suo tocco per queste sonorità. Non un capolavoro del post-black metal, eppure “Rose Thorn Necklace” si fa ascoltare proprio volentieri, riportando piacevole familiarità con quella glassa metallica a nome Ghost Bath.

TRACKLIST

  1. Grotesque Display
  2. Rose Thorn Necklace
  3. Well, I Tried Drowning
  4. Thinly Sliced Heart Muscle
  5. Dandelion Tea
  6. Vodka Butterfly
  7. Stamen and Pistil
  8. Needles
  9. Throat Cancer
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