GHOST BATH – Starmourner

Pubblicato il 07/05/2017 da
voto
7.0
  • Band: GHOST BATH
  • Durata: 01:11:09
  • Disponibile dal: 21/04/2017
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

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La pantomima del fingere di essere cinesi e del cercare d’occultare l’identità, anche visiva, a tutti i costi non ha giocato a loro favore, va detto. La sterzata stilistica verso il Deafheaven-sound ha fatto fregare le mani a legioni di hater, increduli nell’avere a disposizione abbondante materiale per disseminare di strali risentiti l’etere. Il passaggio in Nuclear Blast dopo aver realizzato i primi dischi per Pest Productions e Northern Silence, è servito da prova definitiva per affibbiare ai Ghost Bath ogni sorta di epiteto ingiurioso e identificarli come band finta, insulsa, priva di dignità. Alt, riportiamo la discussione sui binari della ragione. Parliamo di musica, scordiamoci tutto il resto. Al netto di una parziale perdita dell’innocenza nel passaggio dal succoso frutto esotico – seppure leggermente acerbo – “Funeral” al meno personale, ma meglio confezionato e curato, “Moonlover”, i Ghost Bath hanno messo in campo un talento non proprio ordinario per gli accostamenti stridenti fra clichè black metal, shoegaze, post-rock e pop. E se le compagini dedite  a questi incroci hanno superato da tempo i livelli di sostenibilità ambientale e il rischio ‘dolcezza-da-diabete’ è persistente in moltissimi casi, i Ghost Bath sono così spudorati nel regalare fraseggi leggeri, aurei, solari, che rientrano in una casistica a parte. Nettamente più interessante. Prima di tutto, i cinque del Nord Dakota – sulla provenienza geografica i dubbi dovrebbero essere stati definitivamente fugati – sono quasi immediatamente riconoscibili in poche note, con buona pace di chi li ritiene dei semplici cloni.  Sembra che il gruppo faccia apposta nel provocare, immettendo una spensieratezza totalmente fuori contesto in brani-fiume che viaggiano costantemente a velocità ipersoniche, in questo richiamando sfacciatamente le cadenze di un “Sunbather”. I giri chitarristici molto aperti scrutano nell’intimo degli ascoltatori più fragili e, invece di schiacciarli nella malinconia, sembrano trascinarli al girotondo e all’estasi bambinesca, ricorrendo a melodie alte, che cercano di fare a pugni con una batteria dal tiro micidiale e una voce ululante che, ancora più del passato, si connota quale strumento alla pari degli altri, perché di vere linee cantate non vi è manco l’ombra. Mentre “Moonlover” metteva in fila una serie di canzoni tutto sommato ordinate nello svolgimento, “Starmourner” vira verso una sentita esagerazione dei toni. Cui contribuisce una durata smisurata dei singoli episodi e dell’insieme – settanta minuti abbondanti. Ciò presta il fianco alla vera critica che si può muovere al terzo full-length della band statunitense, ossia l’incapacità di sintesi e la perdita totale di ritegno nel perpetuare un discorso sì sfaccettato, ma che non consente comunque una varietà espressiva sconfinata. Non c’è una “Golden Number” a svettare sovrana, non c’è nemmeno quel fluire sbilenco di moti vivaci e pause dilatate che aveva caratterizzato i predecessori, e che rendeva camaleontico il divenire sonoro. Insomma, il predecessore “Moonlover” rimane una spanna sopra, ma il frullare di ardori luminescenti, riverberi celestiali e il ritmo vorticoso di tutte le tracce non lasciano indifferenti. Nel panorama post-black metal, piaccia o no, i Ghost Bath sono ormai dei prim’attori e “Starmourner” conferma la caratura dei musicisti qui coinvolti.

TRACKLIST

  1. Astral
  2. Seraphic
  3. Ambrosial
  4. Ethereal
  5. Celestial
  6. Angelic
  7. Luminescence
  8. Thrones
  9. Elysian
  10. Cherubim
  11. Principalities
  12. Ode
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