6.5
- Band: GHOST ON MARS
- Durata: 00:52:50
- Disponibile dal: 03/05/2024
- Etichetta:
- Willowtip Records
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Con l’album “Out Of Time And Space” fanno il loro esordio dalla capitale i Ghost on Mars, quintetto dalle venature progressive che però sviluppa un suono spiccatamente cupo e melanconico sul solco di capostipiti come Katatonia e i più recenti Soen. Quello che si nota subito è che la loro proposta è contaminata da suoni moderni, il che li avvicina ai norvegesi Leprous e ai conterranei Lacuna Coil, anche se da questi ultimi si differenziano per linee melodiche più arzigogolate e sviluppi sonori che variano dall’elettronica al djent, con la parte ritmica suonata da Valerio Lippera (basso) e Andrea Alberati (batteria) che in molti passaggi risalta su tutto il resto.
Le dieci tracce che compongono questo debutto sono ispirate da film, libri e storie del mondo sci-fi e horror, come la prima canzone “Beyond The Mist” (proprio dalla trama del film “The Mist” è tratto il testo) mentre altri spunti vengono da “Dylan Dog”, “Arrival”, “The Revenant”. Risultano quasi post-rock alcuni accordi ripetuti e certi intrecci tra le due chitarre di Fabio Valentini e Andrea Mataloni, con un ipnotico incedere che incalza in alcuni crescendo ma che a volte non si inserisce nel complesso generale della riuscita dei pezzi. Duplice l’uso della voce di Moreno Sangermano, tra passaggi puliti (anche se alti e troppo sforzati) e strofe in growl (in occasione di canzoni relative a temi orrorifici, come “Back From The Dead”).
Molto interessanti i momenti più oscuri, come la tenebrosa “Nocturnal” e “They”, dove si fanno ben apprezzare le sfumature date da riverberi e arpeggi, mentre altri pezzi non lasciano particolarmente colpiti per originalità o esecuzione e questo “Out Of Time And Space” resta un esordio con una buona produzione alle spalle (non a caso Willowtip Records cura molto le scelte di nuovi gruppi da inserire nella propria squadra) ma senza momenti significativi.