7.5
- Band: GHOST
- Durata: 00:46:12
- Disponibile dal: 01/06/2018
- Etichetta:
- Spinefarm
- Distributore: Universal
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Band geniale, fenomeni da baraccone, progetto studiato a tavolino per finire sulle copertine dei maggiori media musicali o incarnazione delle più astute strategie di marketing? Ad ogni nuova release dei Ghost queste domande finiscono per invadere tutti i social, segno che, piaccia o meno, Tobias Forge riesce sempre a far parlare di sé e della sua creatura. Gli ottimi risultati ed il Grammy vinto hanno per forza di cose creato forti aspettative per il ritorno dei Ghost, questa volta capitanati da una nuova entità chiamata Cardinal Copia. Il nuovo “Prequelle” rispecchia sotto ogni aspetto le previsioni di molti, la band infatti ha in parte scostato quel manto oscuro da cui era avvolta per proporre un sound più arioso e che strizza l’occhio a soluzioni al limite del pop da radio. Parliamo di pezzi come “Dance Macabre” o “Pro Memoria”, zeppi di melodie solari e squisitamente radiofoniche, o “Witch Image” capace di entrare subito in testa grazie al ritornello canticchiabile ed immediato. Questi estratti sono una prova tangibile della simpatia di Forge e dei suoi produttori per la scena pop anni Ottanta, soprattutto per il tipo di giri melodici proposto e ovviamente riadattato per essere in sintonia con il concept Ghost. Non tutto il disco segue questa filosofia, perché comunque (per la gioia dei rocker meno tolleranti) troviamo la più arrabbiata “Faith” a sfoderare solidi riff di chitarra o “Rats” che nonostante il suo appeal melodico ancora contiene dei richiami ai Ghost che furono. La strumentale “Halvetefostner” mischia rock anni Settanta con venature folk, “Miasma” si mantiene su sonorità settantiane ed atmosferiche grazie alla presenza dell’organo e di riuscite parti di sassofono ad opera di Papa Nihil. Non mancano nemmeno i lentoni, la ballad “Life Eternal” chiude il disco senza tante sorprese, in modo prevedibile, ma piacevole. Anche la produzione di “Prequelle” è stata curata nei minimi dettagli, la pulizia e la modernità dei suoni sono perfetti per attirare anche i curiosi delle giovani generazioni. L’intento di Tobias Forge è ben chiaro, con “Prequelle” i Ghost cercano definitivamente di fare il botto e di tenere il piede in due scarpe: gli anfibi rock per consolidare il loro status puntando sugli estimatori di vecchia data e dei mocassini più chic e modaioli per invogliare e canalizzare gli interessi degli ascoltatori più occasionali, che dal pop da classifica non disdegnano di sconfinare in proposte musicali leggermente più heavy. Alla fine dei conti ciò che importa è il risultato e “Prequelle” si conferma un disco molto godibile, pieno di buone idee e ispirazione, con momenti molto leggeri e commerciali, ma tutti confezionati con grande cura di ogni più piccolo dettaglio, anche a discapito di quell’alone oscuro e infernale che oggi appare in parte abbandonato dalla band. Insomma, un buon prodotto post Grammy. Che sia (finalmente) arrivato il momento del grande pubblico per il Fantasma?