GIGAN – Anomalous Abstractigate Infinitessimus

Pubblicato il 22/10/2024 da
voto
8.0
  • Band: GIGAN
  • Durata: 00:47:32
  • Disponibile dal: 25/10/2024
  • Etichetta:
  • Willowtip Records

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È di nuovo tempo di Gigan, a ben sette anni dall’ultimo album “Undulating Waves of Rainbiotic Iridescence”. Una vita travagliata, quella della creatura del geniale chitarrista/bassista Eric Hersemann, fondatore, leader e unico songwriter di questo eccentrico, avveniristico assemblato di techno-death metal futurista, avvolto da delirante psichedelia.
Gli americani non sono mai veramente esplosi, a livello di pubblico, nonostante una proposta unica, fuori dai canoni persino per quel calderone ribollente che è il death metal nelle sue derive più assurde, funamboliche e ipertecniche. Non ci sono paragoni realmente credibili per l’operato dei Gigan, autori in passato di pubblicazioni dove gli elementi classici del death metal e del grind andavano a dialogare, in un trip sfrenato e schizzatissimo, con sintetizzatori ed effettistica di sapore fantascientifico, per creare un ibrido dissoluto e anticonformista, sospeso in una dimensione aliena (e alienante) al di fuori dello spazio conosciuto.
Nonostante la lunga pausa e a dispetto dei molteplici mutamenti di line-up del passato, non sono cambiati i musicisti – Jerry Kavouriaris alla voce e Nate Cotton alla batteria – accanto a Hersemann, per quanto le redini del progetto rimangano saldamente in mano al polistrumentista originario della Florida. Il death metal, nell’accezione più fiera e viscerale, rimane alla base di tutta questa contorta e imponderabile narrazione, progressiva in senso ampissimo e rivolta alla sperimentazione.
Quando si parla di ricercatezza in ambito estremo, il nome di Hersemann non sarà tra i primi che viene alla mente, non è così ‘popolare’, mentre è sicuramente uno dei personaggi che meglio sa spingere il death metal oltre i suoi naturali confini: anche per “Anomalous Abstractigate Infinitessimus” è ciò che riesce a tirare fuori dalla sua chitarra e dai sintetizzatori il perno attorno al quale ruota tutto il resto. La quantità e qualità di suoni in buona parte inattesi, spiazzanti, che sa estrarre dalla sua strumentazione, inonda di sapori forti costrutti sonori che non ne vogliono sapere di scendere a patti con la ‘normalità’.
Ci piace ancora tantissimo, quando i Gigan tracimano esuberanza, sapienza tecnica e visionarietà, partendo per la tangente già con l’opener “Trans-Dimensional Crossing of the Alta-Tenuis”: otto minuti durante i quali ci si trastulla con soundscape deliranti – la spiazzante apertura – scendono tenebre galattiche, sale la tensione e si svaga lungo uno spartito di chirurgiche brutalità, dissonanze allucinanti, strappi ritmici impossibili. Come se i Cannibal Corpse, invece che sollazzarsi con la marcescenza di corpi e zombi, lottassero in una guerra gigantesca agli estremi confini dell’universo conosciuto.
Il trio ha questa sua lucida temerarietà, affronta l’ignoto senza buttare via i dettami cardini dei generi di partenza; gli attorcigliamenti e le fughe in avanti non prescindono da asfissiante pesantezza, si odono perfino groove martellanti qua e là, e genuina, ferale pericolosità. Quella, non manca proprio mai: le singole tracce sono densissime di dettagli, fitte di colpi, torsioni, complicazioni non fini a se stesse, logiche all’interno di un quadro di sprezzante dissolutezza. L’istintività del grind dà scioltezza e ampiezza alla manovra, iniettando una stordente imprevedibilità al tutto, togliendo di torno ogni barlume di rigidità.
I Gigan sono astronave aliena e bulldozer: un brano come “Square Wave Subversion” sventra carne e sinapsi, deborda in brutalità, attraverso una serie di incastri ritmici, attacchi da più lati e accelerazioni a cadenze oblique che tolgono il respiro. Non si gioca all’eccentricità, al voler dimostrare chissà cosa: il death metal è strumento per lanciarsi nell’iperspazio, mantenendo saldi i suoi codici, le sue regole, con sullo sfondo una specie di approccio ‘old-school’ e di bieca intransigenza che non viene mai tradito. A modo loro, il trio sa essere anche dannatamente diretto, attingendo appunto a istintività grind e un peculiare gusto per stacchi mosh iperdettagliati (i saliscendi di “Erratic Pulsivity And Horror”).
Forse, giunti a questo punto della discografia, Hersemann e compagni hanno minore slancio verso nuove evoluzioni – in fondo le differenze tra quanto suonato oggi e tredici anni fa non sono moltissime – mentre mantengono chiaramente una loro solida supremazia nel settore del techno-death metal più folle e invasato. Non è in fondo tardi per scoprirli e farsene travolgere, “Anomalous Abstractigate Infinitessimus” è all’altezza della loro fama.

 

TRACKLIST

  1. Trans-Dimensional Crossing of the Alta-Tenuis
  2. Ultra-Violet Shimmer and Permeating Infra-sound
  3. Square Wave Subversion
  4. Emerging Sects of Dagonic Acolytes
  5. Katabatic Windswept Landscapes
  6. Erratic Pulsitivity and Horror
  7. The Strange Harvest of the Baganoids
  8. Ominous Silhouettes Cast Across Gulfs of Time
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