
7.5
- Band: GIOBIA
- Durata: 00:44:55
- Disponibile dal: 28/04/2023
- Etichetta:
- Heavy Psych Sounds
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A distanza di tre anni da “Plasmatic Idol” tornano finalmente i Giöbia con il nuovo disco “Acid Disorder”, come sempre supportato da Heavy Psych Sounds. Cercare di tracciare un ritratto per una band del genere, di fatto oramai storica, è sempre una sfida per chi si appresta ad entrare in questa Loggia Nera di sonorità, sussurri e ritmi tribali, anche perché alcune cose sono cambiate rispetto al lavoro precedente.
Bazu e Melissa hanno infatti trovato un’altra valvola di sfogo creativa nei La Morte Viene dallo Spazio, dove, secondo noi, hanno riversato la parte più da ‘colonna sonora’ del loro progetto principale. Qual è quindi il risultato? Oltre che al più e più volte citato krautrock degli Amon Düül, ci sembra che il quartetto abbia deciso di volare più verso i lidi dei Tangerine Dream rispetto a prima. Questa affermazione è confermata sin da “Queen Of Wands”: sintetizzatori a tutto spiano e un’atmosfera lisergica portano la chitarra un po’ più in secondo piano rispetto al disco precedente, con una dolce melassa psichedelica che avvolgerà le vostre orecchie e non si farà scollare facilmente. Il lavoro di Bazu alla sei corde, insieme a quello della sezione ritmica, diventa quindi la base ‘metal’ su cui costruire l’intrecciato arabesco di sintetizzatori cui accennavamo poco fa.
Si rende palese quindi una tendenza a impreziosire i pezzi e renderli più eleganti, con la voce di Bazu quasi a fungere da narratore spirituale in un viaggio mistico. Certo, la parte rockeggiante non è annullata, ma diventa preponderante una certa sacralità, sia essa contenuta nei riff lenti e incisivi come quelli della successiva “The Sweetest Nightmare”, supportata dalla voce di Melissa che sembra provenire dalle profondità di una fumosa cattedrale piena di candele accese, o della sensuale e tormentata “Consciousness Equals Energy”, ispirata al libro “Be Here Now” di Ram Dass. Le successive “Screaming Souls” e “Blood Is Gone” si muovono entro territori più simili a quelli a cui i Giöbia ci avevano abituato negli scorsi anni, ma sempre con un occhio di riguardo a un abisso ovattato di colori translucidi e alieni, dove la nostra anima potrebbe per errore perdersi. Occultismo, riff e riverberi fanno da padrone anche nella strumentale “Circo Galattico”, mentre ritorna la sacerdotale voce di Melissa nella successiva “In Line”, un pezzo che ha al suo interno quasi delle sfumature più blues. A chiudere questo trip la title-track, che dipinge un arabesco spaziale di sitar e sintetizzatori, portandoci su territori quasi d’oltreoceano in deserti sabbiosi e canyon inesplorati.
Tentando – invano – di riprendersi da questo vagare quasi metafisico, non si può non elogiare i Giöbia per la qualità di “Acid Disorder”: certo, non suonerà proprio come un album originale in un periodo storico dove band che fanno questo genere spuntano come funghetti allucinogeni, ma fa piacere pensare che abbiamo una formazione così intrigante nel nostro paese, capace ancora di sfornare dischi sempre volti alla sperimentazione con una grande classe e cura per i dettagli. I Giöbia non aspettano noi ascoltatori: sono sempre un passo avanti, mentre cercano con la loro musica di scavare nei più profondi recessi della nostra mente.