8.0
- Band: GLASSJAW
- Durata: 00:51:47
- Disponibile dal: 09/05/2000
- Etichetta:
- Roadrunner Records
Spotify:
Apple Music:
Storia recente. Parliamo di poco più di 10 anni fa, esattamente nel 2000. Ross Robinson è il produttore che ha rivoluzionato il panorama musicale come non accadeva dai tempi dei Nirvana. Chi scrive ha letteralmente adorato la scena groove immediatamente precedente (Pantera, Machine Head, Fear Factory, Biohazard), ma è oggettivo che la stessa non sia riuscita ad essere deflagrante quanto il fenomeno nu metal, che ha sconvolto un intero genere ed è sconfinato nei gusti della massa. Nel 2000 Robinson ha già prodotto Korn, Sepultura, Limp Bizkit, Soulfly, Machine Head, Slipknot e Amen. Inghiottito dalla fama e dallo sporco che si tira dietro, subissato da richieste che arrivano da ogni dove, Robinson decide che è tempo di distruggere l”Adidas Rock’ che lui stesso ha creato (da sponsor di Korn e Limp Bizkit Adidas è diventata una vera e propria divisa per il movimento). Per farlo si dedica agli sconosciuti At The Drive In e Glassjaw. Ed è proprio sulla band di New York che vogliamo aprirvi gli occhi, raccontandovi di una pietra miliare del post-hardcore di cui molti ignorano l’esistenza. Una band sfortunata, la cui carriera è stata in parte segnata da difficoltà con l’industria discografica, dalla malattia che affligge il frontman Daryl Palumbo – quel morbo di Chron che gli ha impedito una attività artistica continuativa – e, sicuramente, da un vortice infinito di cambi di formazione, che ha visto restare accanto al cantante solo il chitarrista Justin Beck. “Everything You Ever Wanted To Know About Silence” è ovviamente plasmato sulle vocals di Palumbo, palesemente influenzate dall’eclettismo di Mike Patton e dalle melodie di Chino Moreno, aggiungendo quell’emotività e visceralità che sarà peculiare del cosiddetto movimento screamo che a venire sarebbe stato coperto d’oro da MTV (The Used, Taking Back Sunday, Finch). Segnati da attacchi frontali di una violenza sconsiderata, alcuni brani sono esasperati dall’approccio psicanalitico di Robinson, che fa trasparire da “Siberian Kiss”, “Lovebites And Razorlines”, “Hurting And Shoving” e “Babe” momenti di stomachevole sofferenza emotiva. Spesso e volentieri invece si viene ammaliati da linee melodiche da immediato sing-along (“Pretty Lush”, “Ry Ry’s Song”, “Majour”), senza tralasciare momenti più intimi (“Her Middle Name Was Boom”, “Piano”, “When One Eight Become Two Zeros”), col pregio invidiabile di visceralità e personalità, con un Ross Robinson che, come nessun altro, riesce a spremere ed immortalare in musica tutto lo spettro emotivo che va dalla fragilità alla rabbia e all’angoscia. Musicalmente, si presta un adeguato servizio all’eccellente prova vocale. Con una varietà che lascia ancora oggi spazio a discussioni su quale sia il genere in cui incasellare il gruppo, i Glassjaw partendo dall’hardcore passano agevolmente per punk, metal, screamo e mathcore, azzeccando anche qualche passaggio pop senza mai risultare inutili o stucchevoli, riuscendo ad essere paragonati ragionevolmente a Converge, Deftones, Poison The Well o Radiohead senza mai citare esplicitamente nessuno di essi. “Everything You Ever Wanted To Know About Silence” non sarà un classico, ma è sicuramente una gemma, che cattura una band in uno splendore che non è mai riuscito a ripetere e che merita molto di più di quello che ha raccolto nel tempo. Precursore di svariate mode a venire.