GLENN HUGHES – Building The Machine

Pubblicato il 26/09/2001 da
voto
8
  • Band: GLENN HUGHES
  • Durata:
  • Disponibile dal: //2001
  • Distributore: Audioglobe
Streaming non ancora disponibile

Mr. Hughes? Sedicenne lascia la scuola per suonare il basso e cantare con gente del calibro di Mel Gallery (Whitesnake) e Dave Holland (Judas Priest), con i quali fonda i “Trapeze” ed incide tre album, fra cui il più importante “You Are The Music, We’re Just The Band [‘72]”. A 21 anni (nel ’73) viene contattato, assieme a David Coverdale, dai Deep Purple per sostituire sia Ian Gillian che Roger Glover e registrare prima “Burn”, e poi, “Stormbringer”, due degli album più importanti del gruppo. Nel ’76, Glenn, rimane molto scosso dalla morte del suo grande amico Tommy Bolin, che un anno prima aveva rimpiazzato Blackmore (ormai impegnato con R.J. Dio nei Rainbow) e da quel momento, con la fine della band, intraprende la carriera solista. Dopo l’uscita, nel ’77, del suo primo disco solista “Play Me Out” incomincia una lunga serie di collaborazioni, tra cui Black Sabbath, Whitesnake, Motley Crue e Linch Mob. Nell’ 82 incide con Pat Thrall (Pat Travel) l’album “Hughes/Thrall”, seguito dai più soft “Blues [‘92]”, ”From Now On [‘94]”, il best-of “Burning Japan Live [‘94]”, “Feel [‘95]” e “Addiction [‘96]”. Dal ’99 con “The Way It Is” ritorna ad un sound più hard che prosegue in “Return Of Crystal Karma [‘00] e in “Building The Machine”. Una parola sola per definire quest’ultimo album? Grandioso! La sua apertura è affidata alla rocciosissima (quasi metal) “Can’t Stop The Flood”, che con la sua piena incontenibile, vi trascinerà dentro “Inside”, una canzone lievemente più soft ma di pari impatto. Da questo punto in poi darò per scontato sia il fatto che Glenn canti divinamente, alternando voce piena e urlati a sonorità più morbide (per chi non lo ha mai sentito non so che dire… peggio per lui!), sia l’ottimo gusto degli arrangiamenti e la presenza di suoni hammond ben giostrati dal tastierista Vince Di Cola. Le tracce successive “Out On Me” e “I Just Want To Celebrate” sono tipicamente Seventies, la prima vicina agli ‘Stones e Janis Joplin, la seconda , invece, ai Rare Earth e ai Queen. In “Don’t Let It Slip Away” troviamo sonorità funky, tanto care a Glenn (che in questo brano suona anche la chitarra), mentre in “Feels like Home” la chitarra acustica regna sovrana, ma non aspettatevi la solita ballad, “scontato” non è nella lista degli aggettivi per questo album. La settima traccia “Highball Shooter” è un brano del già citato “Stormbringer” dei ‘Purple riadattato per l’occasione. L’energia continua nella rovente “When You Fall” (dal mio punto di vista il miglior brano insieme a “Cant Stop The Flood”) e diventa passione nella “I Will Follow You”. L’album si chiude con due tracce molto particolari; la prima “Beyond The Numb” è una canzone ricca di suggestione, quasi sperimentale e molto cadenzata, è basata su un unico riff di basso, che benchè moduli, rimane sempre costante lungo tutto il brano; la seconda “Big Sky” è un’altra ballad quasi-acustica dalla sonorità minore molto marcata, toccante e morbida, è un dolce saluto per lo scomparso Bill Eskridge cui è dedicata. Credo che di album così ce ne siano pochi e sarebbe il caso, soprattutto per chi ascolta solo Metal, di dargli un’occhiata!
Vi saluto e…“me lo riascolto” ;-).

TRACKLIST

  1. Can’t Stop The Flood
  2. Inside
  3. Out On Me
  4. I Just Want To Celebrate
  5. Don’t Let It Slip Away
  6. Feels Like Home
  7. Highball Shooter
  8. When You Fall
  9. I Will Follow You
  10. Beyond The Numb
  11. Big Sky
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