7.0
- Band: GLORYHAMMER
- Durata: 00:48:17
- Disponibile dal: 29/03/2013
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Cosa succede quando un pirata abbandona cappello, sciabola e pistoloni per indossare invece elmo, armatura e spadone? Concordiamo sul fatto che è una domanda idiota, ma rappresenta in modo scherzoso però in fondo veritiero quanto è successo con questi Gloryhammer, nuovo gruppo di ‘HeroicFantasy Power Metal’ (ipse dixit). Fondati da Chris Bowes, vocalist dei pirati scozzesi Alestorm, i Gloryhammer sono infatti una versione forse ancora più tamarra e kitsch del metal piratesco già sdoganato da qualche dagli Alestorm stessi. E quindi sotto con abiti di scena sempre più esilaranti, tra i quali fanno bella mostra scintillanti armature, pennacchi cremisi, azzurre tuniche da mago e folte barbe acconciate in lunghe treccine, il tutto supportato da un concept ambientato ovviamente in Scozia, ma questa volta totalmente immaginaria, una landa fantastica governata dall’epico eroe Angus McFife ed abitata da draghi, unicorni e folletti sbraitanti e sanguinari. Questa lunga introduzione vi dovrebbe avere ampiamente inquadrato il tipo di musica che stiamo per ascoltare, e a questo proposito vi diciamo subito che, effettivamente, le composizioni seguono esattamente i binari che ci saremmo immaginati: power metal di quello più puro e classico, di fortissima derivazione Running Wild, che però si declina nella direzione del power orchestrale e hollywoodiano, come insegnatoci negli anni dai Rhapsody prima e dal Turilli solista poi. I cliché del genere li troviamo tutti: epopea fantasy che inquadra la storia immortale di una landa fantastica, titoli altisonanti e lunghissimi in stile primi Domine, alternanza metronomica di sparate power e rocciosi mid-tempo, intervallati dalla solita power ballad epica e romantica. Avete l’impressione di esservi già imbattuti in dischi del genere? Provare per credere, basta inserire il disco e aspettare un paio di secondi prima che la maestosa intro sinfonico-orchestrale d’ordinanza apra le danze alla sparatissima opener “The Unicorn Invasion Of Dundee”, cavalcata power in doppia cassa in pieno sapore Gamma Ray con bridge esaltante e chorus irresistibile. Alla spicciolata tutte le tipologie di canzoni che ci aspetteremmo di trovare su un album come “King Of The Nordic Twilight” saltano fuori l’una dopo l’altra: la già citata ballad “Silent Tears Of The Frozen Princess”, la track sparatissima e fracassona dal refrain killer “Amulet Of Justice”, il brano epico ed orecchiabile à la “Ancient Forest Of Elves” che qui si intitola “Magic Dragons” e, per chiudere in bellezza, la mega suite da dieci minuti dall’incedere drammatico, qui rispondente al programmatico titolo di “The Epic Rage Of Furious Thunder”. Abbiamo bisogno di dirvi altro? Non pensiamo proprio, perché dovreste avere già inquadrato la faccenda. Se bazzicate generi diversi dal power metal, di sicuro non starete ancora leggendo. Se il genere vi piace, ma cercate qualcosa di originale, o di un minimo contaminato, interrompete pure la lettura perché l’influenza più lontana degli standard power/epic che qui potete trovare sono solo le chitarre alla Turisas che ogni tanto si sentono nei pezzi più tirati. Se invece ancora questo genere vi fa saltare dalla sedia, e vi siete comprati due volte “Symphony Of Enchanted Land” perché il primo CD l’avete consumato a furia di sentirlo, questo “Tales From The Kingdom Of Fife” potrebbe tranquillamente arrivare nelle vostre classifiche di fine anno. Nulla, lo sottolineiamo, nulla ha questo prodotto da invidiare ai dischi che abbiamo già citato, ponendosi per qualità della musica e della produzione esattamente al livello dei big della scena e distanziandosi dai dischi appunto di Rhapsody, Turilli e Fogalord per via di un cantante non certo in stile Lione ma con un approccio decisamente più sporco, quasi alla Chris Bolthendal dei Grave Digger. Certo, a casa portano ‘solo’ un sette, ma noi che scriviamo siamo del parere che senza un minimo tentativo di essere originali non si possa ambire ad un voto superiore.