7.0
- Band: GOATWHORE
- Durata: 00:33:00
- Disponibile dal: 19/06/2009
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Nuova benzina sul fuoco del revival old school. La tanica la portano i Goatwhore, uno dei gruppi più oltranzisti e ignoranti della sempre più celebre scena di New Orleans. Forti del buon successo riscosso dal precedente “A Haunting Curse” e reduci da fortunati tour di spalla ad Amon Amarth e Immolation, i quattro statunitensi danno alle stampe un nuovo lavoro all’insegna del più barbaro extreme metal vecchio stampo. Questa volta il sound ha preso una piega più diretta, tanto che ci si imbatte spesso e volentieri in un riffing e in ritmiche prettamente thrash, tuttavia lo spettro dei mitici Celtic Frost continua a essere bene in vista, soprattutto quando i midtempo si fanno largo nelle trame dei nostri e le atmosfere diventano malsane. In ogni caso, “Carving Out The Eyes Of God” è un disco che si fa ascoltare più volentieri di “A Haunting Curse”: non che quest’ultimo fosse debole, ma il nuovo full-length dei Goatwhore è semplicemente più vivace, più ritmato e, soprattutto, meglio prodotto. I suoni scelti da Erik Rutan nei suoi Mana Studios (Cannibal Corpse, Through The Eyes Of The Dead e tanti altri) si rivelano davvero poderosi e conferiscono alle partiture maggiormente heavy un tiro micidiale. La doppietta iniziale – “Apocalyptic Havoc”/”The All-Destroying” – in questo senso parla chiaro: probabilmente siamo di fronte a quanto di meglio partorito dalla band negli ultimi anni. Certo, come accennato in apertura, si tratta pur sempre di puro revival… nulla di davvero sorprendente. Tuttavia, dato che là fuori i fan di questi tipi di sonorità sono ancora in molti (per fortuna), c’è da scommettere che “Carving…” riuscirà a portare i Goatwhore su livelli di popolarità ancora più alti. Gli ottimi brani non mancano e il tutto è suonato con un trasporto contagioso!