6.5
- Band: GOD DAMN (UK)
- Durata: 00:36:51
- Disponibile dal: 23/09/2016
- Etichetta:
- One Little Indian Records
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Strana cosa questi God Damn, che con le loro chitarre fuzz e la schietta veemenza poppettara fa pensare bene e male di un album come “Everything Ever”, e capita di ascoltare e riascoltare questa cosa senza sapere bene cosa ci sia passato per le mani. Hard Rock? Indie rock, brit pop? Vallo a capire. E allora via, togliamo le etichette e andiamo ad approfondire questo disco che, con una opener dirompente come “Sing This”, metal o non metal, fa quanto meno alzare entrambi i sopraccigli per l’energia sprigionata e la verve del duo di Wolverhampton. Sebbene la ricerca delle strofe da memorizzare in tempo zero o del ritornello da far passare in radio sia evidente (decisamente più che nella precedente release), non riusciamo a trovare effettivamente del male. Anzi, momenti che vanno a toccare un certo punk – core mischiato a nomi come Arctic Monkeys o Queens Of The Stone Age si affacciano qua e là, e incedere hard rock come “Six Wires” non suonano davvero niente male. Certo possiamo rinfacciare al duo di avere abbandonato un’anarchia di generi che li connotava per niente male, probabilmente in favore di un aumento di stipendio e di bacino di utenza, ma bene o male riusciamo a farci andar bene il nuovo lavoro degli inglesi, che sfiorano anche un brano sabbathiano come “Violence” con tanto di voce scream, per non parlare di continui riferimenti a Melvins o Kyuss, che sebbene non siano preponderanti fanno capire da che parte dovrebbero essere orientati gli ascolti dei due. Siamo più sul versante del pezzo da discoteca rock che non del sofferto lavoro d’autore, e se il vostro pane quotidiano sono thrash e death metal non avvicinatevi neppure. Altrimenti mezz’oretta di spensieratezza concedetevela pure.