6.5
- Band: GOD DETHRONED
- Durata: 00:41:15
- Disponibile dal: 05/05/2017
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
La drammatica copertina di “The World Ablaze”, che immortala la tremenda guerra di trincea del primo conflitto mondiale, ben raffigura quello che i God Dethroned sono diventati in questi ultimi anni di carriera: un fiume in piena di melodie, hook e atmosfere epiche. Un sound indubbiamente ancora carico di chitarre taglienti, ma paraddosalmente spesso privo di quella genuina barbarità che animava i loro primi lavori. Scioltasi nel 2012 e riformatasi soltanto un paio di anni più tardi, la death metal band olandese ritorna per portare a termine la trilogia sulla Prima Guerra Mondiale avviata con il fortunato “Passiondale” e proseguita con “Under the Sign of the Iron Cross”. Il buon Henri Sattler, cantante/chitarrista e leader indiscusso della formazione, ha messo assieme una nuova line-up per l’occasione, cercando forze fresche per dare a questo improvviso comeback quanto più smalto possibile. Certi episodi di “The World Ablaze” risultano difatti elettrizzanti: “Annihilation Crusade” e la title track, sospinte da chitarre pimpantissime e scintillanti e da una solida base di doppia cassa, sono due singoli che i fan degli ultimi lavori del gruppo troveranno da capogiro. “Messina Ridge”, più concisa e groovy, è uno splendido inno a non mollare mai e ad avanzare ad ogni costo, mentre “The 11th Hour” è un’altra invitante aggiunta alla tradizione di lunghe mini-suite dal sapore amaro avviata dalla band con pezzi ormai assai datati come “Soul Capture 1562”. A tratti però qualcosa si rompe: l’ispirazione deve essere calata ad un certo punto della fase di composizione; in particolare, quando i pezzi rallentano troppo, le emozioni sono decisamente poche. La componente slayeriana presente in gran parte del vecchio repertorio, per quanto derivativa, donava quasi sempre una spinta e una asprezza inequivocabili al riffing degli olandesi, rendendo il materiale tutto sommato peculiare nel grande calderone del death metal europeo; oggi, invece, Sattler e soci a volte tendono ad impuntarsi su midtempo pseudo-trionfali e un po’ leccati che vorrebbero strizzare l’occhio ad Amon Amarth o Hail Of Bullets, con risultati appunto alterni. I God Dethroned non sono più quelli di una volta, e sarebbe forse reato pretendere il contrario da una band con alle spalle una carriera ricca di stop e cambi di line-up come la loro; “The World Ablaze” non è certo il capitolo più solido della loro discografia, tuttavia potrebbe comunque soddisfare gli amanti di certo melodic death metal, visto l’indubbio mestiere alla base. Si sente la mancanza di un po’ si spontaneità, ma forse tale elemento verrà recuperato una volta che la band sarà riuscita a ritrovare un suo affiatamento nel tour di supporto a questa uscita.