7.0
- Band: GOD FORBID
- Durata: 00:55:22
- Disponibile dal: 27/03/2012
- Etichetta:
- Victory Records
- Distributore: Venus
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A tre anni di distanza dall’uscita di “Earthsblood”, tornano i God Forbid, una band che per comodità e semplificazione può essere incanalata nel filone del metal-core, ma che, a differenza di molti altri gruppi della medesima estrazione, non esce sul mercato con album a ripetizione, bensì sembra prendersi il giusto tempo tra una release e l’altra per comporre il proprio materiale… E, francamente, il risultato finale ne risente in positivo. I God Forbid si sono trovati ad affrontare il primo cambio di line-up della loro esistenza, essendosi separati dal chitarrista Dallas Coyle (fratello di Doc, altro chitarrista della band) ed hanno arruolato l’ottimo Matt Wicklund (ex Himsa e Warrel Dane). Se il precedente capitolo “Earthsblood” aveva rappresentato un gran bel passo avanti, consegnandoci una band matura e con la ferma volontà di scrollarsi di dosso quell’alone di “gruppo che suona metal-core esattamente come settecentomila altri”, “Equilibrium” oggi, per forza di cose, non ci sorprende più per gli stessi motivi, essendo un album stilisticamente sulla stessa lunghezza d’onda. Nonostante questo, però, i God Forbid del 2012 assestano un colpo su livelli davvero aprrezzabili, specie dal punto di vista del songwriting. Anche questa volta siamo al cospetto di un disco dove il principale punto di forza è la capacità dei Nostri di scrivere dei brani davvero ispirati e di buona fattura, oseremmo dire di una qualità superiore rispetto alla norma, soprattutto considerando il genere in questione, al quale comunque rimangono legati. Dal punto di vista stilistico, ci piace considerare i God Forbid come una giusta via di mezzo tra il progressive thrash in stile Nevermore e certe band più orecchiabili e accattivanti (commerciali?) modello Trivium o Bullet For My Valentine. Le parti melodiche – e i chorus in generale – si incollano al cervello dell’ascoltatore sin dalle primissime fruizioni e, anche se con il proseguire degli ascolti rischiano di divenire vagamente stucchevoli (“Pages”), dobbiamo dire che hanno il pregio di essere sempre contestualizzate e di non piovere dal nulla tra una scarica di riff e un ritmo mosh. Ci sembra giusto poi spendere due parole per il lavoro chitarristico, che gode di momenti davvero pregevoli, soprattutto dal punto di vista solistico, dove crediamo che le aperture melodiche siano ben bilanciate nel contesto canzone e praticamente mai soltanto fini a stupire l’ascoltatore. Ciò che ancora manca però ai God Forbid è quella sorta di inequivocabile riconoscibilità che ci porta a distinguerli sin dai primi minuti. Chi scrive crede che molto sia dovuto al vocalist della band Byron Davis, che, per quanto preparatissimo dal punto di vista tecnico, alla fine non riusciremmo a individuare in mezzo a tanti altri suoi colleghi. “Equilibrium” è comunque un album che sicuramente piacerà a chi ha apprezzato il precedente capitolo della band e che riporta sulle scene una formazione che nel suo genere non si è mai persa in quel pericolosissimo limbo di immobilismo sonoro e stilitico. Non sottovalutateli, potrebbero sorprendervi in positivo.