6.5
- Band: GODYVA
- Durata: 01:01:37
- Disponibile dal: 12/03/2007
- Etichetta:
- Razar Ice Records
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
Apple Music:
Debuttano con grandi ambizioni i baresi Godyva, quintetto dedito ad un gothic metal intriso di connotati progressive, electro ed operistici. Accasatisi presso l’americana Razar Ice Records, quest’ultima probabilmente in cerca di nuovi Lacuna Coil, i nostri connazionali giungono all’esordio dopo la pubblicazione del demo “Advent” (2002) ed una serie di date e festival importanti nel Bel Paese. Alti e bassi caratterizzano questo “In Good And Evil”, risultante subito prolisso e impegnativo da ascoltare: dodici pezzi gothic, dei quali la quasi totalità supera i cinque minuti, sono parecchio ardui da mandar giù ed è inevitabile che si creino almeno due-tre filler piuttosto trascurabili. Proseguendo con le note negative, va segnalata la curiosa scelta di far aprire il disco ad uno dei brani più complessi e meno diretti, “Dreams Of A Child”, per chi scrive addirittura il punto debole del lavoro; ci si stupisce alquanto, dato che l’opener è di fondamentale importanza nell’economia di una tracklist, e dover aspettare un’ora per ascoltare quello che sarebbe stato il brano d’apertura ideale, ovvero l’ottima, breve e trascinante “Blue Shadows”, equivale per i Godyva al classico darsi la zappa sui piedi. Come detto, la base del sound dei cinque pugliesi è il gothic metal con voce femminile: la singer in questione, Lady Godyva, è certo il pezzo forte del combo, molto dotata vocalmente, con anche spiccate doti lirico-operistiche ed una buona pronuncia inglese; le linee vocali sono melodiche ma raramente pacchiane, di ballate strappalacrime non ce n’è ombra e le atmosfere predilette sono quelle tra l’epico, il decadente e l’oscuro. Dove i Godyva si mostrano più convincenti è negli episodi più aggressivi e marziali (“Lovable Sin”, “Cold”, “Intimate”), oppure nei brani un pelo più evocativi e pomposi (“In Good And Evil”, “Light At Last!”); molto buoni i variopinti arrangiamenti elettronici di Botys Beezart, mentre il drumming è un po’ troppo statico e quadrato, seppur il contesto gothic non necessiti di evoluzioni particolarmente ardite. La band nostrana, quindi, mostra di avere buone frecce al proprio arco, anche se l’impressione è tale da farci apparire i Godyva a metà strada tra il voler risultare raffinati e articolati e il cercare soluzioni più da classifica. Comunque, per i fan di Lacuna Coil, Elis, vecchi The Gathering, Angtoria e – perché no? – Therion, un ascolto a “In Good And Evil” male non farà. Da smussare qualche asperità, ma il progetto sembra poter decollare.