8.0
- Band: GOJIRA
- Durata: 01:05:07
- Disponibile dal: 13/10/2008
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Sia lode a Max Cavalera, che coi suoi Cavalera Conspiracy ha messo i Gojira sulla bocca di molti. Sia lode a Randy Blythe, fan numero uno che sparge il verbo in terra statunitense e presto anche agli In Flames, che speriamo siano una delle tante realtà affermate a mettere in luce il gruppo… perchè i francesi, arrivati alla maturità con il precedente “From Mars To Sirius”, sono una realtà davvero intrigante. Lode al death metal imprevedibile, affascinante e spiazzante che si mischia, in meravigliosa complessità, alle sfumature di rabbia che rendono un pezzo dei Gojira così splendidamente, immediatamente identificabile. Il marchio di fabbrica di Joe Duplantier e soci consiste nel seguire un motivo abbastanza lineare (per non dire monotono) stravolgendo magistralmente accordi e intonazioni vocali, regalando così diversi sapori, spesso con intenzioni melodiche, per l’intera canzone – come molti gruppi doom, ma con maestria tecnica degna di Meshuggah o Between The Buried And Me. Musica che richiede la vostra completa attenzione, dunque, non come uno di quei CD che lasciate in sottofondo ad un party, come dimostra la ricercatezza di “A Sight To Behold” e il martellamento guerresco di “The Art Of Dying”. Niente nauseanti mid-tempo, niente compromessi per le radio: anche il singolo “Vacuity” resta meditativo e vibrante nella sua epica e cervellotica marcia. C’è spazio anche per sperimentazioni e modernismi: ecco le chitarre scratchate e gli effetti industral di “A Sight To Behold”, quasi a imbrattare di modernità le monumentali “Oroborus” e “Toxic Garbage Island”, ed ecco la collaborazione con il già citato Randy Blythe, che, lontano dal groove dei suoi Lamb Of God, vuole suggellare a ogni costo la passione per i protetti. Inattaccabili anche nelle liriche, che continuano la crociata ambientalista intrapresa nei capitoli precedenti, i Gojira sfornano quello che è probabilmente il loro miglior album di sempre: difficile che il grande pubblico – soprattutto in questi tempi, dove si parla di moda anche nel metal – possa digerire completamente un album tanto lungo, intricato e complesso, ma, se avete potuto apprezzare un “And Justice For All” dai Metallica, potete anche dedicarvi ad una delle uscite più interessanti del 2008. Immergetevi in “The Way Of All Flesh”, non ve ne pentirete.