7.0
- Band: GOOD CHARLOTTE
- Durata: 00:42:2
- Disponibile dal: 07/15/2016
- Etichetta:
- Kobalt
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In quello che passerà alla storia come l’anno del pop-punk revival – con il contemporaneo ritorno sulle scene di Blink-182, Simple Plan e Sum 41, curiosamente tutti assenti dal lontano 2011 -, non potevano certo mancare all’appello i Good Charlotte, fermatisi a loro volta nel 2010. Oddio, non che in questi anni i fratelli Madden non abbiano fatto parlare di sé sia a livello musicale (oltre al progetto Madden Brothers, i gemelli hanno contribuito al successo dei 5 Seconds Of Summer e sono diventati giudici di dell’edizione australiana di The Voice) che di gossip (Benji si è nel frattempo sposato con Cameron Diaz, mentre Joel è fidanzato con Nicole Richie), ma sicuramente la lunga pausa ha permesso loro di ritrovare l’ispirazione dei giorni migliori. Accantonato il dimenticabile “Cardiology”, la formazione del Maryland rientra con un sesto album DYI (se tale può essere definito a questi livelli) che, fin dall’artwork, strizza l’occhio al pop-punk degli esordi, se pur con la maturità di chi ha cominciato prima di diventare maggiorenne ed ha nel frattempo raddoppiato il numero di candeline. Sintomatica da questo punto di vista l’opener “Life Changes”, accostabile alle sonorità di “The Young And The Hopeless” alla stregua di “Keep Swinging” (con Kellin Quinn degli Sleeping With Sirens) e “The Outfield” (che richiama nella strofa il secondo disco multi-platino). Pollice alzato anche per i primi due singoli – “Makeshift Love” e “40 Oz Dream”, quest’ultima una sorta di versione aggiornata di “1985” dei Bouwling For Soup -, mentre gli unici episodi sottotono arrivano nel comparto ballad, da sempre tallone d’achille dei gemelli: qualche brivido lo regalano la corale “Life Can’t Get Much Better” e la più sofferta “Reason To Stay” (impreziosita dalla presenza di Simon Neil dei Biffy Clyro), mentre convincono di meno “Stray Dogs” e “Cars Full Of People”; finale comunque in crescendo con “WAR” e “Moving On”, con quelle chitarre in stile U2 che rimandano al periodo di “The Chronicles Of Life And Death”. Nell’insieme, un gradito ritorno per gli amanti del pop-punk più rilassato, ed ulteriore testimonianza di come i Madden Brothers, chiuso il cassetto dei ricordi d’infanzia, siano ancora in grado di scrivere belle canzonette, destinate probabilmente più a giovani adulti che alle nuove generazioni cresciute con Neck Deep e 5 Seconds Of Summer.