7.0
- Band: GOROD
- Durata: 00:33:43
- Disponibile dal: 11/06/2011
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L’età adulta sembra proprio aver modificato i punti di riferimento dei francesi Gorod: se gli esordi di “Neurotripsicks” e “Leading Vision” oscillavano tra atmosfere cibernetiche, esplosioni techno-death alla Chuck Schuldiner e intimismi minimali memori dei Pestilence di metà carriera, con l’ultimo “Process Of A New Decline”, il gruppo di Bordeaux ha dato l’impressione di voler spostare il proprio baricentro in una direzione più armonica, tra una base ancora indiscutibilmente death metal ed un gusto per la melodia sempre meno accademico e sempre più passionale. Ora, con il nuovo EP “Transcendence”, abbiamo la conferma di tali propositi. A dire il vero, il lavoro include soltanto una composizione inedita, la lunghissima title-track, ma ciò basta per avvalorare la tesi: sospesi tra un eclettismo progressive ed un techno-death elegante, i Gorod si cimentano in una corposa suite in cui atmosfera e musicalità prendono spesso il sopravvento sulla forza bruta. Tante sono le finezze chitarristiche che si accompagnano all’ondeggiare della batteria, così come copiosi risultano gli interventi di chitarra classica, in cui la voce pulita trova un adeguato supporto. Molto disteso anche il riffing, di frequente più orientato a fungere da gancio tra un’apertura alla melodia e l’altra che a dar vita a soluzioni effettivamente bellicose. Discorso allargabile al growling, anche se per l’occasione va segnalata la presenza dell’ospite Ross Dolan (Immolation), a cui spetta il compito di inasprire il più possibile certe parentesi. Insomma, se la direzione presa dalla band in questo brano vi ricorda i recenti The Faceless e Obscura, siete tutto sommato sulla strada giusta: i Gorod sembrano voler arricchire la loro musica di tante nuove sfumature, rendendola maggiormente emozionale e non per forza legata a stilemi death metal. Questi primi risultati sono effettivamente incoraggianti, se non altro perchè i nostri hanno sempre avuto un buon gusto melodico, che qui trova ulteriore spazio; inoltre, non va dimenticata una sensibile maturità compositiva, ravvisabile in cambi di tempo più ragionati e in una struttura fluida, a dispetto della lunghezza della traccia. In conclusione, è opportuno spendere qualche parola anche sul restante contenuto di “Transcendence”: abbiamo una nuova versione di “Earth Pus” dal debut, efficacemente ri-registrata e accompagnata da una interpretazione acustica della stessa (“Earth Pus: Salvation”), con tanto di influenze flamenco e jazz. Quindi, trova spazio anche un secondo esperimento acustico, “Blackout: Renewed Souls” – che ha come base il pezzo “Blackout” da “Leading Vision” – e, infine, una cover di “Textures” dei Cynic, incisa pochi anni fa per un tribute album. Nel complesso, oltre mezzora di (buona) musica, che i die-hard fan del quintetto dovrebbero imparare a memoria e custodire gelosamente.