7.0
- Band: GORT
- Durata: 00:45:43
- Disponibile dal: 02/15/2016
- Etichetta:
- Lupus Niger
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Basterebbe l’ascolto dell’iniziale “Black Katharsis” per farsi un’idea di cosa sia, da sempre, la proposta musicale dei Gort: cattiveria ed emotività. E dato che il black metal, tendenzialmente, non dovrebbe esimersi da ciò, la base di partenza è decisamente promettente; dopo una brevissima ma efficace intro acustica, la batteria di Einherjar Ingvar è subito un tamburo di morte, la voce ci artiglia alla gola e le chitarre concludono il lavoro da bravi e affilati rasoi. Il secondo pezzo, “Old Bleeding Scars”, esacerba l’ossessività delle chitarre, il cantante Illness ci regala un paio di uh! che riportano alla memoria con gioia il miglior Tom G. Warrior, mentre in secondo piano la sezione ritmica ricrea il caos di un campo di battaglia, tra schizzi di sangue e corpi passati a fil di lama. Il basso, ultra-distorto e simile a un vento impetuoso, tiene in piedi la successiva “I Am Thy End”, tra i pezzi più incisivi e marziali dell’album. Quest’incombente senso di epicità guerresca è probabilmente la chiave espressiva principale di questo “Pestiferous Worms Miasma”, sebbene non manchino gradite variazioni; “The Macabre Show Of Life” nasce da territori quasi goth, come se fosse arrivato il momento, per Le Sorelle Della Misericordia (passateci il gioco di parole), di andare a prestare soccorso ai caduti di cui sopra; ma anche la speranza è morta, nei solchi di questo lavoro, e il resto del brano riprende la malignità dominante. Qualche altra gradita cessione ad atmosfere più intimiste si può rilevare negli arpeggi di “Odium Vincit Omnia” o della conclusiva “Miasma”, che fanno comunque capolino tra sfuriate senza requie. La band napoletana, insomma, si è fatta decisamente attendere, per questo comeback: ben otto anni sono infatti passati dal precedente “Sixth’s Day Cancer”, pur intervallati da da un paio di split album. Ma il risultato è di grandissima qualità e continua ad aumentare le speranze per la nostra scena nazionale.