7.5
- Band: GORY BLISTER
- Durata: 00:33:57
- Disponibile dal: 06/04/2009
- Etichetta:
- Mascot Records
- Distributore: Edel
Spotify:
Apple Music:
Finalmente i Gory Blister ce l’hanno fatta a dare forma e sostanza al successore dell’ottimo “Skymorphosis”, vecchio ormai di tre anni. Al di là dei tempi tecnici di composizione e registrazione, l’attesa è divenuta più lunga del dovuto a causa dei cambi di line up che hanno portato nella band i nuovi Dominic (voce) e Roby (basso), quest’ultimo proveniente dagli Allhelluja. Quindi, per la terza volta nel giro di tre album, ci troviamo a recensire una formazione differente dalla precedente e che vede i “soliti” Raff e Joe come membri storici e colonne portanti della band. Il nuovo “Graveyard Of Angels” naturalmente segue quello che da sempre è il credo musicale dei milanesi, ovvero un death tecnico e progressivo che però non rinuncia completamente alla melodia. I ragazzi nella loro ultima fatica mettono tutti loro stessi e quello che ne esce è un lavoro decisamente complesso, a tratti persino disorientante tanti sono i cambi di tempo all’interno delle varie tracce. Comunque, dopo diversi ascolti, ci si rende conto che tutto ha una sua logica e che la band riesce a districarsi benissimo all’interno di un sound che ormai padroneggia quasi alla perfezione. Accennavamo poco sopra alle melodie: ebbene, queste sono presenti soprattutto a livello chitarristico, come testimonia ampiamente il meraviglioso assolo di “Void Made Flesh” ad esempio. I ritmi sono quasi sempre piuttosto sostenuti e vorticosi e le partiture in mid tempo sono limitate alla prima metà di “All Vanishing Ruins” e a qualche break ottimamente inserito qua e là nei vari brani. I ragazzi danno decisamente il meglio quando non esagerano con i vari tecnicismi, come in “The Slum Of The Wretched Creatures”, la traccia più death-oriented del lavoro, oppure nella terremotante “The Descent”, anche se a livello assoluto la title track è uno degli episodi meglio riusciti dell’intera carriera dei nostri. La performance dei singoli è molto buona, con Raff e la sua sei corde sempre sugli scudi, ben supportato da una sezione ritmica che appare subito coesa e fantasiosa ed un Dominic a suo agio sia con il growling che con lo screaming. Fa davvero piacere che una band italiana, peraltro tra le più sottovalutate della scena, continui a costruire musica violenta ma intelligente e con una qualità tale da fare impallidire molte produzioni straniere ben più blasonate. Speriamo che stavolta il pubblico se ne accorga e non si faccia scappare questo “Graveyard Of Angels”!