7.5
- Band: GORY BLISTER
- Durata: 00:30:13
- Disponibile dal: 08/09/2023
- Etichetta:
- Eclipse Records
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Sembrava entrata in una zona grigia, la carriera dei Gory Blister. La storica techno-death metal band italiana non ci aveva completamente convinto con le ultime pubblicazioni, gli album “The Fifth Fury” (2014) e “1991.Bloodstained” (2018).
Nonostante non venisse meno l’attaccamento a un death metal tecnico, furibondo e affilato di stampo novantiano, con corpose iniezioni thrash a innervarne le scattanti dinamiche, l’impressione era che l’ispirazione complessiva fosse andata in calando. I riff non colpivano nel segno, l’idea di già sentito affiorava in fretta, le singole tracce parevano andare costantemente in un’unica direzione; la sensazione generale era quella che si proseguisse per inerzia, salvati sostanzialmente da esperienza, grinta, mestiere e un bagaglio tecnico di prim’ordine. “The Fifth Fury” e soprattutto “1991.Bloodstained”, pur non potendosi affatto definire due album scarsi, galleggiavano nell’anonimato, come se di fronte all’onda montante di rinnovate tipologie di death metal, i Gory Blister fossero rimasti irrimediabilmente indietro.
Adesso arriva “Reborn From Hatred”, a rimettere le cose a posto e ridare effettivamente slancio a una band che sembrava destinata, se non al dimenticatoio, a inabissarsi nelle pieghe della nostalgia, quella per i suoi migliori lavori, come gli ottimi “Earth-Sick” o “Skymorphosis”, per non parlare dell’esordio “Art Bleeds”.
“Reborn From Hatred”, quindi, compie esattamente l’operazione insita nel suo titolo: far rinascere i Gory Blister. Se guardiamo semplicemente al minutaggio complessivo e a quello delle singole tracce, parrebbe che poco sia mutato rispetto alle prove in studio più recenti: canzoni brevi, sintetiche, dai pochi fronzoli, giocate su velocità destabilizzanti, un senso di aggressione permanente, assoli brevi e tentacolari, martellamento continuo. Quello che muta, drasticamente, è la qualità del songwriting e la cura degli arrangiamenti, le singole prestazioni strumentali e una compattezza che non sentivamo da tempo da parte del gruppo milanese. Merito probabilmente anche del lavoro svolto in studio di registrazione, che pare aver ridato un impatto pieno, rotondo, massiccio a tutto l’insieme, facendolo suonare moderno ma in pieno spirito Gory Blister.
Il disco infatti scorre via che è un piacere: anthemico, debordante groove, tecnico e lavorato di fino come poteva esserlo appunto il death o il thrash di un paio di decenni (abbondanti) fa. Una musica sferzante, dove la ricerca dell’impatto viene davanti a tutto e si accompagna a incroci strumentali mozzafiato, tesi a distruggere usando la testa e curando al meglio la musicalità.
“Reborn From Hatred” arriva da un’altra dimensione, un’altra epoca, nel senso che si coglie il sentimento di musicisti che hanno un’impronta sonora forgiata dai classici extreme metal più stagionati, con poca o nessuna contaminazione proveniente dalle ultime derive del settore. Solo che nei Gory Blister odierni si notano una bramosia, una voglia e un carattere sì perfettamente in linea con l’esuberanza delle uscite death e thrash odierne: uno stile brillante, luminoso, dettagliato, con la velocità a farla da padrone e un mordente micidiale in ogni istante.
Il trio capeggiato da Raff Sangiorgio, gran cerimoniere di un chitarrismo ‘schuldineriano’ non scalfito dagli anni, si avvale ancora del debordante growl di Paul ‘St. John’ John e di un nuovo ingresso alla batteria, Gianluca D’Andria al posto dello storico Joe La Viola. Prendendo il posto di un eccellente musicista come il suo predecessore, D’Andria dà un tocco personale e particolarmente avvincente alle sue parti, rendendosi protagonista di una performance di quelle che restano impresse.
Difficile trovare un brano che emerga sugli altri, per chi scrive il preferito è attualmente “Signs From Beyond”, per il ritornello che si stampa facilmente in testa. Per gli affezionati della band e chi desidera ascoltare un death metal sì tecnico, ma per nulla ermetico e dal linguaggio chiaro ed esplicito, “Reborn From Hatred” è un graditissimo regalo.