7.5
- Band: GORY BLISTER
- Durata: 00:51:17
- Disponibile dal: 30/01/2006
- Etichetta:
- Mascot Records
- Distributore: Edel
Spotify:
Apple Music:
Il death metal può raggiungere lo status di Arte? E’ questa la domandachiave che devono essersi posti i Gory Blister all’inizio della loroavventura musicale, ormai dieci anni or sono. Adesso di quel nucleostorico rimane solamente il batterista Joe che, insieme al fido Raffalle chitarre, continua imperterrito a cercare di dare una rispostapositiva al quesito iniziale. Reclutati Adry alla voce e SyM al basso,la band si rimette in pista a più di due anni di distanza da quell'”Art Bleed” che aveva fatto gridare al miracolo più d’uno. Il sound deinostri è sempre votato ad un tecnicismo estremo ma mai fine a sestesso, con un lavoro chitarristico enorme a livello qualitativo. Comesempre nel sound dei ragazzi si riscontrano influenze di Death, Cynic,Pestilence e Darkane, perfettamente miscelate tra di loro tanto da darevita ad un insieme assolutamente coeso e personale. Il passaggio allaMascot Records poi deve aver galvanizzato la band, mai come stavoltaprecisa e potente al tempo stesso. Punto di forza dell’album èsicuramente l’aspetto tecnico esecutivo, ma si apprezza il fatto chenon si perda mai di vista il fatto che l’amalgama che tiene insieme iltutto è formato da puro ed incontaminato death metal. La prova delnuovo arrivato Adry, chiamato a sostituire Daniel dei Node, è buona manon perfetta, in quanto in determinati tratti sarebbe stato preferibileun growling più corposo e catacombale invece di quello utilizzato lungotutto l’album, ma queste sono facezie. Ciò che conta è che i GoryBlister colpiscono e fanno male, e tracce come ad esempio “BloodSweating Wall” non sono da tutti. La classe non è acqua insomma e ilquartetto dimostra di averne da vendere, attaccando l’ascoltatoredall’inizio alla fine con un incessante wall of sound guidato dalmetronomo umano Joe e valorizzato dalla sei corde di Raff, mai cosìconvincente. Rispetto al suo predecessore, “Skymorphosis” potrebberisultare meno vario, ad esempio sono sparite le female vocals, mal’album ha così tanti livelli di lettura che occorrono parecchi ascoltiper sviscerarlo ed assorbirlo al meglio. Ottimo disco quindi, che portai Gory Blister al top della scena estrema italiana, scena ultimamentedavvero viva e florida come non si vedeva da anni. Speriamo che questoperiodo di vacche grasse duri a lungo.