7.0
- Band: GORY BLISTER
- Durata: 00:35:51
- Disponibile dal: 28/05/2014
- Etichetta:
- Sliptrick Records
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La scuola novantiana del techno-death metal vive orgogliosamente nella musica dei Gory Blister, in queste ultime stagioni decisamente produttivi e in grado di sfornare nuova musica con cadenza piuttosto regolare. “The Fifth Fury” arriva a due anni da “Earth-Sick”, album che aveva segnato l’ennesima rivoluzione nella line-up e di converso aveva confermato l’estro del combo e la sua piena aderenza a una musica che si rifà ad Atheist, Pestilence, Death di metà carriera e al thrash fuori dai canoni dei Coroner. Il format del disco è abbastanza simile al predecessore e a “Graveyard Of Angels”; la tracklist si compone di episodi di durata non elevatissima, concisi e frenetici, ricchi di strutture in distruzione e ricomposizione attorno a una verve melodica sofisticata, richiamante atmosfere algide e sci-fi. Il tasso tecnico della formazione, fiore all’occhiello nel passato, non si è ovviamente impoverito e come la vecchia scuola del death progressivo insegna, la padronanza strumentale è messa in moto per arricchire le canzoni di una musicalità elaborata e a presa rapida, e non per una sterile spettacolarizzazione delle proprie conoscenze didattiche. Il nuovo disco è complessivamente meno esuberante di “Earth-Sick” e introduce un pizzico di linearità laddove in passato si tendeva a complicare le trame e a stupire l’ascoltatore con dense esplosioni di note e stacchi spiazzanti. L’uso delle tastiere è molto interessante e ci posa sulle spalle quella gelida mano aliena che, in ambito death, hanno osato allungare i Nocturnus e pochi altri. Flebili, fredde come vuoti corridoi di una immensa astronave, le parti di contorno di stampo tastieristico scompaginano il suono abituale dei Gory Blister e gli danno una nuova dimensione. Ci fa così piacere sentire questo amalgama con i turbinanti sfarfallii chitarristici di Raff da consigliare in futuro un uso più massiccio e convinto dello strumento. Sul versante “classico” di quanto sono soliti proporre i milanesi, rileviamo che la crasi fra chitarra e batteria, il loro spingersi vicendevolmente a balzelli ritmici imprevedibili e compulsivi, segnala il conosciuto, brillante, affiatamento tra i due mastermind, impegnati anche in questa sede in un eloquente saggio di cosa voglia dire suonare metal tecnico in campo estremo. I vocalizzi di Paolo “St. John” John, fortunatamente confermato nel ruolo (abbiamo perso il conto di quanti cantanti si siano avvicendati nella line-up), sono una importante aggiunta al baluginante apparato strumentale, anche se avremmo preferito che il singer si fosse concentrato su vocals gutturali, a nostro parere più incisive di quelle tendenti allo screaming che costituiscono lo zoccolo duro delle linee vocali. Se i marchi di fabbrica dei Nostri ci sono tutti e complessivamente “The Fifth Fury” scorre bene, abbiamo però l’impressione che la (relativa) prolificità degli ultimi anni abbia portato a un album sì di buon valore, ma abbastanza uniformato a quanto prodotto recentemente, non aggiungendo di fatto il quinto full-length grossi elementi rispetto a quello che era già noto. In poche parole, avvertiamo un ristagno di idee da parte della band, che dovrebbe cercare di ampliare il proprio raggio d’azione e coltivare qualche velleità sperimentale oppure, molto semplicemente, dare maggiore risalto a quelle melodie che già popolano la musica dei Gory Blister, e necessiterebbero di essere prolungate e di ritagliarsi spazi più sostanziosi nei singoli brani, invece che essere sommerse da continui cambi di registro. Piccolo passo indietro, quindi, ma il quartetto rimane una realtà di alto livello del nostro metal e si merita tutte le attenzioni degli extreme metaller nazionali e stranieri.