7.0
- Band: GOTHO
- Durata: 00:41:12
- Disponibile dal: 15/11/2024
- Etichetta:
- Supernaturalcat
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A due anni di distanza dal precedente “Mindbowling” tornano quei pazzi dei Gotho: per chi si fosse perso il loro debutto, si tratta di un duo italiano, dedito ad un assurdo mix tra math rock, jazz, progressive e tanto altro, il tutto suonato senza sovraincisioni, con l’ausilio di due soli strumenti, batteria e sintetizzatori.
Nel loro primo disco, Fabio Cuomo ed Andrea Peracchia avevano optato per quattro lunghe composizioni strumentali, per una durata complessiva di circa quarantacinque minuti; il nuovo album “Gothron Versus Fartark”, invece, ha una struttura diversa: abbiamo sempre a che fare con composizioni totalmente strumentali, ma questa volta la durata dei singoli pezzi è più breve.
Il lettore però non immagini che a questo cambiamento sia coincisa anche la scelta di semplificare la loro proposta: “Gothron Versus Fartark” è infatti un album estremamente complesso, sfidante, che necessita di numerosi ascolti per essere davvero compreso e apprezzato. Nonostante la maggiore frammentazione, l’intero lavoro va ascoltato e vissuto come se fosse un’unica lunga composizione, un viaggio folle e fantascientifico, che racconta in musica lo scontro epico fra le due entità citate nel titolo. A noi sono tornati alla mente le atmosfere dei vecchi film di Godzilla, oppure i protagonisti dei cartoni animati degli anni Ottanta, tipo Mazinga o Jeeg Robot: quelle situazioni in cui, alla fine, c’è uno scontro epico e al tempo stesso completamente fuori di testa tra creature improbabili.
Da un punto di vista strettamente musicale, i Gotho proseguono le loro sperimentazioni, in un continuo gioco di incastri, con improvvisi cambi di tempo, sonorità sintetiche, ritmi impazziti e colori allucinati. Proprio come in un viaggio interstellare, veniamo guidati con l’aiuto dei titoli delle tracce, nell’epopea di Gothron: alcune composizioni hanno un ruolo di raccordo, altre sono più atmosferiche, mentre quelle più arzigogolate e furiose sono quelle in cui lo scontro si fa più serrato.
A dover proprio citare i nostri momenti preferiti, la scelta cadrebbe probabilmente sui due capitoli di “Fight In Planet Disco Dance”, composizioni che, come si può evincere anche dal titolo, inglobano in maniera inaspettatamente efficace anche dei ritmi provenienti dalla disco music.
È interessante vedere come in Italia si stiano sviluppando progetti così non convenzionali, strumentali, di non facile e immediata fruizione (pensiamo ad esempio anche agli Ottone Pesante, altra band che ha rinunciato alle chitarre in un contesto metal).
In tutta onestà, noi che per formazione amiamo il suono più caldo e tagliente delle chitarre elettriche distorte, ci siamo talvolta trovati a rimpiangerle. Tuttavia, se l’idea di affrontare questo folle viaggio vi intriga, i Gotho hanno confermato le buone impressioni avute con il loro debutto.