9.5
- Band: GOTTHARD
- Durata: 00:56:31
- Disponibile dal: 18/01/1996
- Etichetta:
- BMG
- Distributore: BMG
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Premere il tasto ‘play’ e far partire “G.”, album pubblicato nel 1996 dai Gotthard, significa catapultarsi in un battibaleno nei magici anni Ottanta, quando l’hard rock era ancora la colonna sonora portante nelle case, durante le serate tra amici, sulle strade a bordo della propria auto. La band svizzera, nata nel 1992 a Lugano, riesce a stupire componendo un brillante gioiello di hard rock e trovando un perfetto incontro tra il classico sound americano, con tanto di influenze blues, e le sonorità teutoniche di band come Scorpions ed Accept. Probabilmente, con il proseguo della propria carriera, i Gotthard riusciranno a crearsi una strada ancora più personale, ma questo lavoro è pura dinamite che, una volta innescata, può solo che esaltare grazie ad un songwriting scoppiettante ed ispirato e a dei musicisti preparati tra cui spicca la voce stellare del compianto singer Steve Lee (come purtroppo noto, deceduto il 5 ottobre del 2010 a seguito di uno sfortunato incidente a bordo della sua moto).
“G.” è il terzo capitolo per la band rossocrociata, che già aveva dimostrato il proprio valore con i precedenti lavori, l’omonimo disco del 1992 e “Dial Hard”, dato alle stampe due anni più tardi. Ma è con la pubblicazione di questo full-length che i Gotthard esplodono con tutta la loro carica, volando fino alla vetta della classifica di vendite nel loro paese, rimanendoci per ben sei settimane di fila, ed ottenendo un enorme successo anche in tutta Europa ed in Giappone. Insomma, “G.” è un vero trionfo a 360 gradi, sia per quanto riguarda il lato artistico che per quello commerciale. La tracklist è una collezione di pezzi di assoluto valore, nella quale quasi ogni song potrebbe risultare un’autentica hit da sparare in radio a tutto volume. Il gruppo riesce a contagiare con la potenza di brani come “Make My Day” e “Movin’ On”, mentre i passaggi più sanguigni e martellanti di “Ride On” e “Fist In Your Face” sono nitroglicerina allo stato puro per le orecchie. Ma la bravura dell’act elvetico sta nel riuscire a muoversi sapientemente anche nei momenti più melodici: “Let It Be”, “Father Is That Enough?” e l’intramontabile ballata “One Life, One Soul” sono brani eleganti e raffinati, capaci di rimanere impressi nel tempo. I Gotthard, che avremo il piacere di gustarci nell’imminente, nuova edizione del Metalitalia.com Festival, hanno scritto pagine indelebili nel mondo dell’hard rock e questo “G.” sarà per sempre considerato il loro disco più rappresentativo. Un lavoro magistrale che ogni rocker che si rispetti dovrebbe possedere nella propria collezione. Ad ogni ascolto, carichi di emozioni e alzando lo sguardo verso il cielo, consci di come un destino beffardo ci abbia privati troppo presto di un artista unico come Steve, il pensiero vola leggero pensando che la sua magica voce vivrà in eterno sulle note di queste canzoni.