7.5
- Band: GOTTHARD
- Durata: 01:19:09
- Disponibile dal: 04/10/2011
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Come sempre, succede che alcuni dischi vivano della spinta emotiva generata dal momento storico in cui escono. In questi casi, il lavoro del recensore dei suddetti dischi diventa ancora più fumoso ed indistinto, dato che i sentimenti vanno a cancellare ulteriormente quei bordi già indefiniti che classificano un prodotto come più o meno valido, bordi che poi sono sempre soggettivi ed influenzati dai gusti personali. “Homegrown, Alive in Lugano” dei Gotthard è un esempio lampante di quanto appena esposto, essendo la prima uscita della band svizzera dopo la tragica scomparsa del frontman Steve Lee, e trattandosi appunto di una registrazione live, la quale ci ripropone ancora la stupenda voce di Steve, a quasi un anno dall’orribile incidente occorsogli, come se fosse proprio lui a voler regalare ai propri fan un ultimo e definitivo show. Usando le parole stesse del bassista Marc Lynn, questo live è importante perché ‘il cerchio si chiude’. Si chiude sulla vita di Lee, con una delle sue ultime esibizioni dal vivo; si chiude nel posto in cui tutto era cominciato, quella stessa Lugano che aveva dato i natali alla band; ma soprattutto si chiude su vent’anni di vita dedicata al rock’n’roll nella sua versione più stradaiola e melodica, vent’anni di hard rock scanditi da dieci dischi e da una serie ancora più lunga di singoli di successo. E, ci sentiamo di dirlo, il cerchio non poteva chiudersi in maniera migliore, con un testamento dal vivo che contiene tutto, ma proprio tutto quello che ci si può aspettare da una registrazione live. Suoni perfetti, che non perdono un grammo dell’energia profusa in schegge impazzite di puro hard rock come “Unspoken Word”, “Shangri-la” o “Sister Moon”; una voce calda ed emozionale, nei frangenti melodici quali “Unconditional Faith” o “Heaven”; ed infine la simpatia, il carisma e la vicinanza al pubblico mostrata nei vari siparietti e discorsi durante i concerti. Inutile darvi dei motivi per comprare questo album, se siete fan della band o di un certo tipo di hard rock. Inutile indicarvi il simpatico medley acustico a metà del disco, o i passaggi solisti di Leoni incrociati con i vocalizzi di Steve: non sono questi i motivi per cui questo disco va comprato. Il vero motivo è che questo disco cattura in maniera imparziale ed onesta una serata che non si ripeterà più, tenutasi in un posto speciale e con un pubblico affezionato. Ci siamo fatti influenzare dai sentimenti? Forse sì, ma fornirvi emozioni è il motivo per cui questo disco, la cui pubblicazione era stata stabilita da prima della morte del cantante, è uscito in questo momento, e quindi non ce ne preoccupiamo. In attesa del nuovo corso dei Gotthard, con nuove canzoni ed un nuovo cantante, siamo più che felici che abbiano deciso di concludere questi primi vent’anni, di ‘chiudere il cerchio’ con un sigillo così bello. Complimenti.