7.5
- Band: GOTTHARD
- Durata: 00:44:15
- Disponibile dal: 04/09/2009
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Si potrebbe discutere per ore sui motivi del mancato successo su scala planetaria dei Gotthard. La band elvetica, superati i quindici anni di carriera, ha saputo mantenere costantemente alto il livello del proprio songwriting, eppure per qualche assurdo scherzo del destino i responsi del pubblico sono sempre stati inferiori ai meriti del gruppo. Dobbiamo ammettere che sotto la protezione della Nuclear Blast il quartetto svizzero ha raggiunto livelli di notorietà accettabili perlomeno nel nostro continente, tuttavia ad ogni nuova pubblicazione targata Gotthard, l’attenzione del pubblico sembra sempre insufficiente se rapportata all’enorme potenziale commerciale prodotto attraverso le canzoni. Il nuovo “Need To Believe”, segue la linea tracciata dal precedente “Domino Effect”, mantenendo quel groove moderno, leggermente più heavy ed oscuro per gli standard del gruppo, che ben possiamo apprezzare sin dall’opener “Shangri-La”. La produzione potente e cristallina firmata Rick Chicky (Aerosmith, fra gli altri), ha il merito di cucire su canzoni retrò non prive di soluzioni un tantino abusate come “I Don’t Mind” e “I Know I Know” una nuova stoffa abbagliante che rende meno visibili le rughe di un sound per forza di cose statico, mentre altrove (“Right From Wrong” e “Rebel Soul”) il basso pulsante di Marc Lynn va a sfiorare le ultime produzioni targate Scorpions. Non abbiate timore, nonostante questi piccoli accorgimenti l’anima melodica e AOR-oriented dei Gotthard rimane sempre in primissimo piano marchiando a fuoco tutte le canzoni con una serie di ritornelli memorabili, la consueta dose di ballate e la magnifica interpretazione vocale di Steve Lee, creando un mix sonoro complessivo ancor più convincente e meglio bilanciato rispetto a quello della release precedente. Solo una serie di melodie già sentite ed una ballata di troppo, la conclusiva “Tears To Cry”, che si perde in inutili orchestrazioni, lasciano qualche dubbio, per il resto tanto hard rock sopra la media con punte heavy e quintali di zuccherose melodie permettono ai Gotthard di centrare l’ennesimo bersaglio.