7.0
- Band: GOTTHARD
- Durata: 00:48:54
- Disponibile dal: 18/01/2017
- Etichetta:
- Pias
- Distributore: Edel
Spotify:
Apple Music:
Buon compleanno Gotthard! Ben venticinque sono gli anni di carriera per la band svizzera, e per festeggiare ecco un nuovo album dal chiaro titolo celebrativo del traguardo ottenuto, “Silver”. Ma facciamo un passo indietro prima dell’analisi, al fine di comprendere al meglio il terzo lavoro dei Gotthard 2.0, e guardiamo ai due precedenti dischi a bocce ferme; “Firebirth” oggi va considerato semplicemente un album di passaggio, un album retto da grandi episodi isolati ma dispersivo nell’intera durata, necessario però a presentare Nic ai fan, un raccordo necessario tra la gestione di Steve Lee e quella di Leo Leoni, mentre già “Bang!” metteva le basi per il proseguimento della carriera della band, rompendo nettamente con la perfezione patinata e quasi pop di “Domino Effect” e “Need To Believe” per mostrare un hard rock autentico, evidenziato da un sound sporco e da un songwriting brusco e rabbioso, un songwriting che riportava indietro la band ai primi anni della sua storia. E da qui si riparte con “Silver”, con uno sguardo concreto al passato, anche oltre alle origini del gruppo. Infatti l’hard rock genuino e randagio dell’uscita precedente si è evoluto ulteriormente ed oggi ci troviamo di fronte ad un suono che definire vintage è sminuente, con la testa puntata agli anni ’80 ed il cuore ai ’70, ammantato di blues (e puntate southern rock che comunque non sono mai mancate agli elvetici) e con un hammond onnipresente in sottofondo a supportare le bizzarrie chitarristiche da rocker vecchio stampo di Leo Leoni. Il primo facile paragone che viene alla mente? Gli Europe così deliziosamente Seventies degli ultimi album, anche se, avendo intrapreso il percorso molto tempo prima, gli scandinavi appaiono più solidi e credibili e nel sound dei Gotthard emerge sempre e comunque un elemento di positività che spesso gli svedesi tralasciano e che li caratterizza. Tredici i brani, ben suonati come sempre, tutti validi, molto piacevoli e basati su un songwriting positivo, anche se il vero highlight, il brano che rimarrà nel tempo, forse manca, e, sorpresa incredibile, nessuna ballad strappacuore per questa uscita, notizia che rattristerà molti fan. Ripulita infine la produzione rispetto a “Bang!”, oggi cristallina. Un disco che piace e molto, non un capolavoro ma un album che si ascolta con estremo piacere più volte. Di nuovo buon compleanno Gotthard!