7.0
- Band: GRAND CADAVER
- Durata: 00:35:00
- Disponibile dal: 29/10/2021
- Etichetta:
- Majestic Mountain Records
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A solo otto mesi di distanza dalla pubblicazione dell’EP d’esordio, i Grand Cadaver si rifanno vivi con il loro primo album, a dimostrazione di come i vari lockdown del biennio 2020/21 abbiano dato modo a molti musicisti di scrivere e registrare più musica che mai.
La band svedese si ripresenta con un disco assolutamente in linea con quanto fatto vedere sinora, tanto da dare l’impressione che il materiale contenuto sul mini e ora su questo “Into the Maw of Death” risalga a un’unica grande sessione di songwriting nella quale i cinque musicisti hanno riversato quante più idee possibile. Se dunque “Madness Comes” offriva un concentrato di death’n’roll di scuola Entombed miscelato a sano vecchio thrash metal, lo stesso si può dire per la nuova opera, che contiene dieci canzoni dai riferimenti simili sia a livello di stile che di scelte di produzione. Evidentemente, Mikael Stanne e compagni ci tengono a sottolineare la natura bieca e rudimentale di questo loro nuovo progetto, nato – almeno nel caso del frontman dei Dark Tranquillity – appositamente per soddisfare i propri istinti più bellicosi. Ci troviamo così davanti a un lotto di brani che spinge spesso e volentieri il piede sull’acceleratore, impilando riff semplici e diretti alla maniera di “Morning Star” e cercando il più possibile una resa spontanea e viscerale.
Pur se in vari momenti riecheggia certamente il suono sporco, euforico e vagamente sgangherato connesso al divertimento e ad una certa energia catartica, l’album non manca tuttavia di rivelare l’enorme esperienza accumulata da questi veterani nel corso degli anni: già dopo un rapido ascolto si notano infatti le suggestioni atmosferiche di episodi come l’ottima “Grim Eternal” o la titletrack, nei quali la band gioca con una melodia luciferina, aprendosi al contempo a soluzioni ritmiche più ragionate. Si tratta forse soltanto di parentesi, ma queste vanno a incidere favorevolmente nell’economia e nella longevità del disco, oltre a mostrare come i Grand Cadaver non siano soltanto una riproposizione di un suono giovanilistico da parte di musicisti ormai non più di primo pelo. Probabilmente nulla che l’attuale fan medio dei Dark Tranquillity possa comunque reputare elegante o appetibile, ma il target del progetto è evidentemente un altro: al di là di tutto, con questi accorgimenti e una discreta ispirazione di base, gli svedesi evitano di risultare un’esperienza di ascolto piatta, mettendoci del loro in un canovaccio altrimenti assai familiare.
Pensavano che l’EP fosse il formato più adatto per una realtà come questa, ma “Into the Maw of Death” dimostra che anche sulla lunga distanza Stanne e compagni possono dire la loro senza perdere di efficacia.