7.5
- Band: GRAND MAGUS
- Durata: 00:44:29
- Disponibile dal: 25/05/2012
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Con il qui presente “The Hunt” i Grand Magus approdano su Nuclear Blast Records e non solo mettono il sesto sigillo ad una discografia finora di ottimo livello, ma accolgono tra le loro fila il nuovo batterista Ludwig Witt di Spiritual Beggars e Shining. Il cambio di formazione ed etichetta non ha però avuto effetti negativi su un’evoluzione artistica che già con il precedente “Hammer Of The North” aveva visto il trio svedese allontanarsi dalle influenze doom del bellissimo “Iron Will” per spostarsi su coordinate più strettamente classic metal. Con il nuovo lavoro JB e compagni aggiungono inoltre una venatura vicina all’hard rock. Questa tendenza, ben rappresentata dalla opener “Starlight Slaughter”, riguarda principalmente la prima parte del disco ed è rafforzata dalla scelta di suoni caldi, molto “analogici” e dal gusto settantiano. Il disco non contiene cali o riempitivi e ogni brano si distingue per caratteristiche proprie, allontanando quel rischio di ripetitività o deja vu che spesso riscontriamo in ambito di un genere longevo come il classic. Sempre parlando della prima parte dell’album, troviamo ottimi esempi di metal ottantiano come “Sword Of The Ocean” o la monolitica “Storm King”, passando per l’ispirata alternanza tra le cadenzate strofe e i ritornelli ariosi di “Valhalla Rising”. Sempre molto espressiva la voce di JB, la cui raffinatezze delle linee vocali è uno dei trademark e punti di forza del lavoro. La seconda metà dell’album è però quella che ci convince maggiormente. In essa troviamo la mastodontica titletrack, mid tempo imperniato su un riffing marziale che cattura al primo ascolto, e “Son Of The Last Breath” epica accoppiata tra una melodicissima ballata e un altro mid tempo estremamente evocativo. L’atmosfera viene spezzata dall’attacco dell’incalzante “Iron Hand”, priestiano up tempo direttissimo come riff e ritornello. I Grand Magus dimostrano dunque ancora una volta di saper scrivere metal classico con versatilità e ispirazione, nonchè con un tocco di personalità che non è certo cosa comune nel genere in questione. Adatto sia ai tradizionalisti che ai palati più fini, “The Hunt” è una piacevole conferma delle nostre aspettative e un ascolto che consigliamo a chi ancora non conosce la band.