8.5
- Band: GRAND MAGUS
- Durata: 00:41:19
- Disponibile dal: 09/06/2008
- Etichetta:
- Rise Above Records
- Distributore: Audioglobe
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Sono passati quasi tre anni dal precedente “Wolf’s Return” e i Grand Magus tornano sulle scene guidati dal loro carismatico leader Janne Christoffersson (JB per tutti), che ormai si alterna tra la sua band principale e gli Spiritual Beggars. La pausa forzata di questi ultimi ha sicuramente giovato alla realizzazione di “Iron Will”, tassello importante nella discografia degli scandinavi che vede una band più consapevole delle proprie potenzialità ed in grado di creare otto (tralasciamo dal conteggio una piccola intro) anthem di puro heavy metal. E’ indiscutibile l’abilità del gruppo di sfornare canzoni memorabili attraverso riff semplici ed efficaci: parcheggiate ma non totalmente abbandonate le proprie radici doom, il nuovo tassello della discografia dei Grand Magus rispolvera in grande stile l’heavy metal più classico rendendo le canzoni più immediate senza però rinunciare alla personalità che da sempre contraddistingue le release del gruppo. Il baffuto singer si rivela il punto di forza fondamentale della band, capace di interpretare ogni singolo episodio con carisma e passionalità e rendendo la propria voce il trademark inconfondibile del gruppo. Sono i Black Sabbath del periodo di Dio il punto di riferimento più forte associato a questo rilascio fortemente debitore alle sonorità di album come “Mob Rules” e “Heaven and Hell”. La band si dimostra capace di mutare la propria anima sfoderando heavy metal diretto e coinvolgente, come dimostrano l’opener “Like The Oar Strikes The Water”, “The Shadow Knows” e “Fear Is The Key”, o passionale e melodrammatico come nella titletrack e in “Silver Into Steel”. Il lato più doom e cupo viene rispolverato con le tracce “Self-Deceiver” e “Beyond Good And Evil”, due episodi che, se ci fosse ancora bisogno rimarcarlo, evidenziano come nel 2008 non bisogni per forza reinventare la ruota per creare delle belle canzoni: basso in evidenza, riff sabbathiani e una voce carismatica sono gli ingredienti chiave della ricetta dei Grand Magus. Da rimarcare il lavoro di Sebastian alla batteria, capace di donare un tocco di personalità alle varie canzoni eseguendo pattern fantasiosi che controbilanciano adeguatamente la linearità degli altri strumenti: sentitevi la parte finale di “Beyond Good And Evil”, degno tributo ad un grande batterista come Cozy Powell. Nei quaranta minuti c’è ancora tempo per “I Am The North”, track conclusiva del lavoro che, introdotta da un giro di basso semplice ed efficace, sprigiona tutta il suo carisma nel classico ritornello da cantare a squarciagola. In questo 2008 i Grand Magus sono l’esempio migliore di come l’heavy più classico possa ancora stupire ed affascinare senza mutare una ricetta ormai esistente da quasi trent’anni: un invito a tutti i lettori a rispolverare gli album passati della band… sicuramente non sarà tempo perso!